Pero' gia' con "The Wrong Side" si incespica in questo hardcore duro, fatto bene ma pacchiano. Le chitarre sono propriamente grind e metal abrasive, buone nonostante la registrazione molto spartana.
Ma il problema principale dei ragazzi e' la continuita' e la fluidita' dei brani, piatta e non di facile digestione. Difficile riuscire ad apprezzare l'intero disco, e questo non e' un buon dato per il quartetto.
Certo, si puo' apprezzare un intero pezzo come "Dead Can Dance", per via della sua' brutalita' chitarristica oscura e dalla velocita' grindcore spaccaossa. Anche la voce qua fa la sua discreta parte, ma non riesce a far apprezzare tutto il complesso dell'Ep.
Gli Holy si vedrebbero benissimo in qualche compilation di gruppi hardcore piu' estremi che mai, con brani come "Restless". Questo e' sicuro. Come e' sicuro che starebbero bene se fossero gruppo di spalla di Karcavejia e company, cosi' da scaldare gli animi negli squat milanesi.
Ma se state cercando qualche nuovo cd da sbattere su ogni giorno lasciate perdere. Non sono gli Holy a far questo duro lavoro.
Spero per il futuro in un loro miglior full-length, che per ora queste otto tracce non sono state buonissime. Oi!
fabio HC

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