Vabbuo'. Altro gruppo sardo.
Per invogliarvi a cliccare nel Leggi tutto, invece che buttarvi subito a scaricare a cazzo, vi dico che stavolta la recensione non e' stata scritta dai soliti joel - neverstop o sberlina, ma da Marco (ex cantante degli Sbrokko Atipico e compositore di cacca nei Fanculo Merda Hc).
Quindi bando alle presentazione da vips, leggete sta merda di recensione..e POI scaricate! PainTrue. Dolore vero.
Con un nome di forte impatto e dal significato decisamente esplicito si presenta questa giovane formazione, classico act a 4 elementi, devota al sacro punk hardcore vecchia scuola.
La band proviene dalla provincia di Cagliari (ndr: in cui il sottoscritto e' nato e cresciuto per 20 anni), una citta' che da un bel po' di tempo a questa parte continua a proporre ottimi gruppi e una scena musicale sempre piu' densa di sorprese (Gold Kids, Mr.Murrungio, Il Disagio, Alzheimer etc).
I Paintrue, appunto, non si smentiscono e dimostrano ottime qualita' per rappresentare uno dei cardini della scena punk-hardcore sarda: ne e' valida dimostrazione il loro self-titled, registrato poco piu' di un anno fa, nel marzo 2006.
15 pezzi dall'esecuzione quasi fulminea (la durata media delle canzoni e' di circa un minuto e mezzo) vanno a comporre la tracklist del prelibato parto musicale che i Paintrue ci propongono, un lavoro chiaramente influenzato dagli storici anni '80 italiani e che non ha nulla da invidiare alle band creatrici di tale suono. Un suono che, a distanza di oltre 20 anni, continua a muovere un preciso messaggio politico e a fare la sua sporca parte nello scenario punk odierno.
I Paintrue sono caratterizzati da testi a sfondo decisamente sociale e politico: muovono critiche allo stato attuale delle cose, attaccando con veemenza le istituzioni statali ed ecclesiastiche.
Ogni singola parte del sistema (denaro, forze dell'ordine, carceri, chiesa) e' presa di mira dai Paintrue, i quali senza troppi complimenti e senza esclusione di colpi ci fanno capire il loro punto di vista sulle istituzioni ormai marcie e in decadenza, chiamando l'individuo a ribellarsi nei confronti delle loro ormai morenti imposizioni. Esemplare della loro attitudine a riguardo e' il ritornello della terza canzone in tracklist, il quale recita appunto "alzati alzati alzati e COMBATTI!".
L'unico testo a fare eccezione e' "Persecuzione eterna": sulla scia di "I hate her" dei Cripple Bastards, un po' di introspezione e la giusta dose di misoginia si mixano assieme per scagliarsi contro un'ipotetica "troia", dimostrando quindi un cert'odio verso una determinata tipologia di donne che spesso meritano senza ombra di dubbio tale appellativo.
Tutte le liriche, ad eccezione di "My cellar is a battlefield" (in inglese, peraltro uno dei primi pezzi composti dal gruppo) sono cantate in italiano da Stefano con un urlato ben eseguito, molto veloce e costante nel caricare di rabbia il messaggio finale, spesso supportato dalle seconde voci di Alessio (al basso).
I riff di chitarra si susseguono abbastanza rapidi (inframezzati da qualche breakdown piu' lento con l'uso del palm mute) e accompagnati dalle smitragliate di cassa e rullante di Bebbo (batteria) con un tempo d'esecuzione sempre preciso e soprattutto in linea con i fast and furious years dell'hardcore italiano.
Avendo avuto l'occasione di vederli dal vivo posso confermare che anche sul palco i Paintrue dimostrano di saperci fare: mettendo in mostra le loro capacita' gi' ampiamente espresse su disco offrono un ottimo spettacolo di puro punk hardcore, oltretutto aiutati (o ostacolati?) da massiccie dosi d'alcol (eheheh).
Concludendo, l'ascolto dei 21 minuti e 40 secondi del prodotto finale arriva alle orecchie dell'ascoltatore come una scheggia musicale priva di cali di tensione e che, traccia dopo traccia, dimostra come gli anni '80 siano tutt'ora vivi e bramosi di rivalsa sia dal punto di vista prettamente musicale che del messaggio antagonista espresso nei suoi testi.
Sicuramente fa onore al gruppo l'aver reso disponibile il disco al download e alla diffusione gratuita, dimostrando fino in fondo un'ottica DIY e priva di qualsiasi finalita' di lucro.
Le mie considerazioni finali sono queste : il self titled dei Paintrue e' assolutamente da avere, in attesa di un loro nuovo release che probabilmente non tardero' ad arrivare e che potro' contare sulle forze di un secondo chitarrista, nonche' di un suono sicuramente piu' pesante e ancora piu' letale.
Marco/Pedrag
(ex Sbrokko Atipico, ex Your Last Fall, ex essere umano)

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