La band prende il nome dall'opera Ai ferri corti con l'esistente, i suoi difensori e i suoi falsi critici di Alfredo M. Bonanno, anarchico siciliano e tra i principali ideologi della corrente insurrezionalista. Gia' dalla copertina vediamo cosa ne pensano i tre ragazzi della realta' in cui viviamo oggi: un giovane carcerato che cerca di spezzare il filo spinato e sullo sfondo quattro rappresentati della societa' odierna: la televisione e i mass media, la mafia, la chiesa, la banca e lo stato.
I pezzi che compongono la demo sono cinque e la band ce li introduce cosi': "Questi cinque brani parlano delle catene che portiamo attorno al collo, catene che ci opprimono e che ci rendono spettatori inermi davanti alla nostra vita che fugge via, consumata da soldi, lavoro, illusioni e vita regolare...".
I testi di ogni singolo pezzo non riguardano quindi cose frivole, futili e allo stesso tempo fuggono dalla facilita' e dalla banalita' degli slogan che a volte sono troppo presenti all'interno del genere.
Musicalmente i tre giovani ci propongono un punk hardcore vecchia scuola con influenze sia di matrice nostrana sia dell'hc americano delle origini; un sound veloce e tagliente che risulta insieme potente e dinamico.
Si parte subito forte con "Spina Nel Fianco": rullata di batteria e il pezzo corre come una scheggia impazzita su cui fanno capolino le voci di Mario, Frad e Simone. In meno di un minuto la band ci mostra cosa ne pensa dell'Italia e della situazione in cui viviamo oggi.
Rabbia e odio senza troppi giri di parole: "Sputo sul rosso, sul bianco e sul verde, sputa sulla mia nazione governata da merde. Sputo sul rosso, sul verde e sul bianco, per loro saro' sempre una spina nel fianco".
Secondo brano della demo e' "Cattivo Cervello", pezzo nel quale la batteria continua a picchiare all'impazzata, Mario tira fuori un bel riff di chitarra e l'alternarsi delle voci rende il tutto davvero potente e incisivo. Un pezzo coinvolgente fin dal primo ascolto. Si passa quindi a "D.I.Y." che reputo personalmente il miglior pezzo dell'intero ciddi'. Il brano parla infatti dell'autoproduzione, della liberta' di esprimere la propria musica e la propria vita senza vincoli e senza compromessi. Anche questa e' una mina bella e pronta per scoppiare, l'incedere e' sempre quello violento e veloce dei precedenti pezzi e il basso suona energico e prorompente. "Non me ne frega un cazzo di non fare successo, di non vendere dischi, mi basta essere me stesso. Ci siamo stancati delle vostre ipocrisie e non saremo schiavi delle vostre strategie. Odio tutti voi senza attitudine!" urla la band alla fine del pezzo.
Pause non sono ancora previste, il sound del gruppo calabrese e' sempre diretto ed efficace ma si arricchisce di una forte venatura ska nel quarto brano, "Sabbia Tra Le Dita". Un intermezzo ben strutturato con accordi in levare e un ottimo giro di basso prima della sfuriata finale. Arriviamo quindi al quinto e ultimo pezzo del disco, "False Realta'". L'intro e' piu' cadenzato e sostenuto, i cori sono coinvolgenti e Simone non si risparmia un attimo su quelle pelli.
Davvero un'ottima chiusura per questa demo che mostra le buone qualita' di questa band, da cui si possono aspettare degli eccellenti lavori in futuro.
Intanto di sicuro vi posso dire che anche dal vivo fanno la loro ottima figura, la registrazione della demo e' davvero buona e i tre giovini sono parecchio bravi al biliardino.
Sfascia Chitarre
.SCARICA IL CD.
.CONTATTI.
Facebook: https://www.facebook.com/aiferricorticzhc
ReverbNation: https://www.reverbnation.com/aiferricorticzhc
E-mail: