Si parte dunque con "Acufene" e il suo vento che rimanda subito al freddo del mare di Ross nei ghiacci antartici, ricca di stacchi ed importanti tirate hardcore alla batteria. Ma la vera essenza del pezzo (d'altronde come di tutti) e' la depressione che riempie tutto il sound, dando proprio la sensazione della poca voglia di vivere del gruppo. Il testo ed il tema del disco vertono su di un amore perduto.
A rendere ancora piu' depressive le tracce e' lo scream, senza dubbio ben fatto ma che ricorda il vecchio Varg Vikernes alias Burzum nei suoi cd prima dell'arresto per omicidio. Il pulito poi e' reso a dir poco squallido come si puo' sentire in "Il 14 Aprile Ero Ancora Vivo".
Bisogna dire oggettivamente che il loro genere l'hanno azzeccato in pieno, grazie soprattutto alla voce ed alla chitarra dai ricordi nordici povera di bassi, lenti in molti pezzi e dai riffs ripetitivi.
Dire che non mi piace il genere e' un eufemismo, ma riconosco l'effetto depressivo al quale la formazione cagliaritana ha puntato, rendendo vivo e reale nei miei pensieri il freddo del mare di Ross. Mi sorge poi la domanda: se invece che vivere nella solare Cagliari vivessero nello squallido hinterland milanese che disco avrebbero prodotto? Ma queste sono altre riflessioni.
In sostanza quindi una discreta performance dei sardi, vista la monotematicita' del sound e soprattutto dei testi riguardanti l'amore perduto. E se in qualche frangente possano soggettivamente essermi piaciuti, non nascondo che gli habitue' delle pagine di p4f non mostreranno particolare interesse nei confronti dell'Ep. Ma per emo ed affini, bhe...hanno da assaporare queste tracce nelle peggio serate solitarie di questo lungo inverno che li aspetta.
fabio HC
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