Il qui presente trio nato nel 2013 (Simone-basso e voce, Matt-chitarra e voce, nonche' ex componente dei piu' quotati Left In Ruins, Claude-batteria) esordisce con questo omonimo Ep contenente un punk hardcore oscuro scaturito da una saggia miscela di crust/d-beat, oserei sbilanciarmi trovandoci una matrice scandinava, con l'aggiunta di suoni compassati e riflessivi tipici del post hardcore.
Il disco e' autoprodotto, sia dal punto di vista dell'impeccabile registrazione e produzione (mix e mastering sono opera del batterista) sia per quanto riguarda stampa e serigrafia delle tape e delle toppe, opera della Failure - Screen Printing (studio creato dal bassista).
I brani si connotano per brevita' ed un incedere lento a parte le rare esplosioni schizofreniche, grazie a questo ritmo lento ed opprimente si esalta la componente introspettiva del gruppo che trova massimo sfogo nei testi e nell'interpretazione vocale, come si evince dalla spiegazione data dagli Under The Oak stessi: "Il concetto nelle nostre canzoni e' la ricerca di noi stessi, la natura dell'essere umano. Il nome della band e' uno specchio di cio' che sta dietro le cose che vediamo, un mondo di filosofia. Il tema non e' la semplice critica della societa', ma un approccio piu' profondo, un modo per riflessioni."
Quattro tracce sono un po' poche per un giudizio complessivo della band e lascian un po' l'amaro in bocca, poiche' si inizia ad apprezzare la band e gia' il disco e' finito, pero' le sensazioni che lasciano sono positive. In attesa di un lavoro piu' corposo consumate queste quattro canzoni.
Joel

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