Anche il 25 Dicembre mi ritrovo a scrivere l'ennesima recensione, mentre voi vi abbuffate di panettone, torrone e merda natalizia scambiandovi i regali con i vostri fottuti parenti ed amici, io son qui a scrivere tutto questo perche' il natale e' una merdata del cazzo in cui si festeggia la nascita di un fottuto mentecatto succhiacazzi.
Si dice anche che a Natale si e' piu' buoni, se cosi' fosse i Pistons riceveranno un trattamento benevolo, ma il giorno di natale chissa' perche' mi fa l'effetto opposto e quindi sono sempre incazzato.
Passiamo a cose piu' serie, ovvero il disco di debutto dei Pistons band toscana che nel Settembre 2007 sforna We're Pistons con la partecipazione di ben nove etichette, e sti cazzi aggiungerei io.
Il terzetto fiorentino formato da Bello (voce e chitarra), Palo (basso e voce) e Capitano (voce e batteria) sforna 9 tracce piu' intro di punk rock'n'roll, con qualche sprazzo di sonorita' metal qui e la', il tutto con liriche inglesi.
Ottima la registrazione senza alcuna sbavatura che mette in evidenza l'eccellente preparazione tecnica del gruppo.
Per quanto riguarda il genere suonato non e' che lo apprezzi molto pero' in questo caso bisogna dare atto ai Pistons di aver suscitato in me un certo interesse, il che li porta a guadagnare parecchi punti grazie soprattutto ad i 20' dell'album che scorrono senza mai risultare pesanti, gia' dall'intro in effetti si nota una certa potenza nel suono ed una buona dose di velocita' d'esecuzione piu' che convincenti.
L'album si apre con "We're Pistons" pezzo veloce, che trova nella sezione ritmica il suo punto di forza attraverso una martellante batteria sempre presente che a sprazzi si lascia andare a sfuriate a mo' di mitragliatrice dal risultano piu' che esaltante, buona anche la voce corposa e rauca presente in tutti i pezzi.
Tutti i pezzi in linea di massima sono connotati da sonorita' molto simili, anche se in tracce come "Natural born Pistons" e soprattutto "50 years of rock'n'roll" tra una sfuriata e l'altra la vena rock del gruppo e' piu' presente.
"Rock 'till you die" e "Betoniars" al contrario presentano connotazioni piu' metal, anche se personalmente le apprezzo di meno poiche' vengono sacrificate le velocita' elevate a cui ci avevano abituati i Pistons.
Velocita' che nei tre pezzi successivi non salgono di molto anche se il suono metal scompare quasi del tutto a vantaggio di caratteristiche piu' rock'n'roll, il suono piu' euforico ritorna nell'ultima "King of speed", pezzo che risulta davvero riuscitissimo sotto tutti i punti di vista che con la prima traccia si contende lo scettro di perla dell'album.
Complessivamente un eccellente lavoro, sicuramente apprezzabile dagli amanti del genere, ma consigliato anche ai profani.
Che rimane da dire se non scaricate ed ascoltate
Joel

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