Ci risiamo ancora punk-rock e' la moda del momento di p4f, album di musica scanzonata senza pretese, 3 accordi buttati li e testi adolescenziali.
Diciamo che ne ho un po' le palle piene, ma vabbe' quel che mi passano ascolto e vi propino.
Stavolta tocca agli Anonima Alcolisti ed al loro debutto su disco con Eroe Spezzato.
Sin dal primo ascolto si evidenzia che si tratta di sonorita' trite e ritrite, il gruppo non presenta nulla di trascendentale ma tutto sommato qualche buono spunto qui e' la si trova e vista la loro giovane eta' (nda. almeno dalle foto appaiono poco piu' che pischelli) c'e' da dire che l'inizio non e' malvagio.
Gli Anonina Alcolisti provengono da Imola e sono in 4: Cala (voce/chitarra), Skanna (chitarra), Rivone (basso) e Marano (batteria); suonano un punk rock essenziale con saltuariamente qualche piccola influenza ska, variando testi e sonorita' altamente cazzoni a pezzi piu' socialmente impegnati, quasi tutti con liriche in italiano.
Pecca fondamentale di Eroe spezzato e' una registrazione scadente per l'intera durata delle 11 tracce, album che in certi punti diventa di difficile digeribilita' presentando qualche pecca anche a livello strumentale.
Dopo l'intro preso da una ormai storica frase di Barney Gumble parte "Anonima Alcolista" pezzo grezzo con assoli di chitarra stonati, che trova come punto di forza il suono di basso, l'elevata velocita' di esecuzione ed i cori orecchiabili.
Piu' cupa appare "In questa citta'" che pero' non convince per nulla seguita dall'unico pezzo in inglese "If i was", qui un suggerimento da dare c'e' eccome, meglio le liriche in italiano visto la non perfetta padronanza dell'idioma anglosassone, pezzo che presenta anche sonorita' skapunk, nell'insieme un po' confuso.
Si prosegue con la piu' impegnata titletrack, chiaro sin dall'inizio il tema trattato ma convincente soprattutto per un suono piu' deciso rispetto ai precedenti pezzi, attenzione non si tratta di una perla ma di certo risulta avere un suono meno steretipato quindi immancabilmente piu' personale.
"Pedofilo del cazzo" e' un altro pezzo abbastanza serio a livello di tematiche trattate, ma questa volta meno deciso del precedente per un suono a tratti caotico.
I restanti pezzi continuano ad alternare momenti buoni a momenti scadenti, tra questi si evidenzia soprattutto "Io eroina" forse il pezzo piu' riuscito dell'album, mentre il peggiore appare "Meno abeti piu' vigneti", davvero pessima.
Complessivamente una prova mediocre, non tanto una bocciatura verso gli Anonimi Alcolisti ma piu' che altro una rimandatura nell'attesa di ascoltare un lavoro piu' maturo.
Il gruppo perde parecchio quando cerca di mischiare un suono punk rock allo ska, mentre sale in cattedra nei pezzi piu' impegnati e veloci, un consiglio spassionato e' quello di intraprendere una strada verso un suono piu' deciso e non prendere spunto dalle miriadi di influenza che confluiscono in questo album.
Immaturi per il momento, ma son solo agli inizi.
Joel

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