Particolarita' del gruppo sta proprio nella voce di Sergio, quasi un clone di Tim Armstrong, che ad un ascolto distratto puo' far credere davvero di essere dinnanzi ad una svolta (nda. ancor piu') melodica dei Rancid.
Come detto 5 pezzi veloci che nella durata complessiva di appena dieci minuti scorrono senza mai pesare, tecnicamente ben suonati che presentano i noti ritornelli ed assolini di chitarra che il genere melodico non fa mai mancare.
"Another fuckin job" pezzo di apertura dell'Ep son 40" di buoni accordi veloci, certo non trascendentali ma onesti.
Il pezzo successivo "She's the one" seppur troppo sdolcinato, appare anche il piu' apprezzabile dell'album, soprattutto grazie al bell'assolo di chitarra ed alla voce rancidiana.
Piu' vivace "Don't spend your time" che rinverdisce in me sonorita' adolescienziali sopite.
Ritmi di nuovo piu' elevati con "You can't understand me", piacevole il suono della batteria, mentre "Still in my mind" mi ricorda qualcosa di gia' ascoltato, ma forse e' solo l'effetto della solita voce di armstronghiana impostazione.
Tutto sommato i The Flowers, anche se non sono certo originalissimi, meritano un ascolto.
Se siete amanti del pop punk non potrete non apprezzarli, se invece masticate solo hc duro e puro lasciate stare il gruppo perche' non fa per voi.
Joel
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Etichetta: Virtual Loser Records