E con "correre" intendo proprio scapicollarmi dalle scale e lanciarmi in bici per evitare di arrivare in ritardo come al solito perche', a quanto pare, sono un organismo geneticamente incapace di svegliarsi presto. Ora, immaginate che musica possa ascoltare durante il tragitto. Germs, Dead Kennedys, se sono le 8.58 anche i Call The Cops.
Quando finisco, pero', e' tutta un'altra storia. Pedalo piu' lentamente, mi godo quello che vedo, noto i particolari, faccio un giro piu' lungo. Puo' capitare anche che mandi mentalmente a fanculo le 8 ore precedenti. Ma non capita che lo faccia senza ascoltare Tre Volte Dieci de Gli Ultimi.
Non hanno certo bisogno di presentazioni ma, per chi si fosse perso qualcosa, ecco delle keywords meravigliosamente coadiuvanti: street punk rock, provincia romana, rabbia e calcetto, nostalgia e taverne, resistenza e passione.
Ma in quest'album c'e' qualcosa in piu'. Qualcosa che ti coinvolge, qualcosa che ti travolge. Dedicato a chi, come me, e' entrato nei trevoltedieci quest'anno, lasciandosi dietro giorni pesanti come giganti; a chi ha perso un po' se stesso abbozzando al compromesso; a chi e' lontano da casa o cerca di sopravvivere nella sua terra e ogni tanto ha bisogno di sentirsi dire che il coraggio non e' tagliare la corda o rimanere, il coraggio e' resistere ovunque andrai; a chi ha perso qualcuno e spera di bere insieme una volta ancora, come due cani usciti dall'inferno che non c'e' estate che ti puo' bruciare e per congelarti non esiste inverno; a chi lavora un giorno e gli altri quattro no, in bilico a lottare per mantenersi stretto un bel futuro interinale; ai poeti banditi e ai bambini cresciuti incazzati; a chi ha nostalgia di quando scoppiava la vita nel petto, quando era tutto un casino e tutto perfetto.
La forza di Tre Volte Dieci e' proprio questa. Gli Ultimi non urlano retorica vuota e slogan banali. Sono le situazioni che viviamo tutti noi, tutti i giorni. E si', c'e' una melancolia di fondo, ma non di quelle che ti lasciano l'amaro in bocca. E' un sentimento piu' poetico, lontano dall'angoscia, che ti eleva e ti riscatta dall'esclusione sociale e dai suoi valori del cazzo. L'ultimo pezzo, "Cosa Rimane", ne e' il manifesto.
Insomma, un rifugio disordinato per tutti gli ultimi inguaribili romantici. Ancora piu' avanti degli Hopeless romantic dei Bouncing Souls. Quelli che ci credono ancora, nonostante tutto, nonostante tutti.
krizia

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