L'album e' stato registrato allo Studio Live da Alessandro Pagliari ed esce grazie a due etichette d.i.y. ovvero End Of Silcence Records e ZAS Autoproduzioni. Le grafiche riportano il logo stesso della band quasi ad indicare come il contenuto grind sperimentale sia un marchio di fabbrica dei Dysmorfic.
Le tracce racchiuse in poco piu' di sei minuti non hanno eloquenti titoli e seppur brevi hanno caratteristiche ben delineate, cosi' si parte subito col piede giusto con "Movement I" antipasto che alterna furia estrema della batteria a parti dove le slappate del basso prendono la scena. Il lavoro prosegue su queste coordinate aumentando in alcuni episodi la furia grind ma senza dimenticare gli inserti jazz ("Movement II" e "Movement III"), oppure come in "Movement IV" esplosivo ed oscuro fino al midollo che lascia senza respiro, fino alla chiusura irruenta di "Movement V" dove sono maggiori i cambi di tempo, ottenendo una riuscitissima commistione grind jazz senza soluzione di continuita'.
I Dysmorfic, come accennato, conoscono molto bene i generi trattati ed i propri mezzi creando in Movements una perfetta sinergia grindcore jazzistica. Un lavoro da divorare che, seppur breve, lascia ottime sensazioni e consigliato vivamente a chiunque a prescindere da quanto inclini ad i generi piu' estremi. In una frase Drum n'bass grindcore extravaganza
Joel
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