Testi
Airesis - Traccia Una Rotta
01 - Nella Corrente Delle Cose
Dentro milioni d'istanti
incapaci di essere unici,
sotto le gioie e i lamenti,
dietro la nebbia dei giorni
giace un incubo tranquillo,
lui puo' dirti chi sei:
siamo in fondo solo questo,
male calmo.
02 - Ferdinando Magellano
Sembrava tutto quasi gia' un ricordo, adesso pero',
colpito a morte, so che quel porto non lo vedro'
e su quest'isola tra mille, fitte come stelle,
dove non c'e' niente di me non so convicermi che
l'aria, il giorno, questo viaggio, tutto finisca qua,
con questo brivido di panico in faccia e sangue nella bocca,
quello che ho, quello che che ho visto e che non vedro' piu'
E' buffo solo fama e oro mi hanno spinto quaggiu'
eppure adesso mentre i miei occhi si spengono
di questa vita voglio ricordare il tuono, il mare,
la vela che sopra di me trema e si gonfia mentre la mia nave
vola come il vento sopra l'onda che scalcia
e sento dentro insieme un secolo di calma e l'attimo che scoppia
forse non ho che he un solo rimorso, cosa resta di me?
Non ho mai temuto di incontrare prima o poi la morte
ma adesso e' davanti a me
a rivelarmi quanto tutto infondo sia cosi' semplice:
si nasce, si vive, si muore e di noi non resta piu' niente
No, non e' questo che penso, se ancora un pensiero e' rimasto.
Non e' questo che ho visto nel cielo quel giorno che sono partito
e che ho visto di nuovo in ogni metro strappato al mare
lungo questo viaggio infinito.
Non tornero' piu', pero' fino a qui ci sono arrivato
e voltandomi indietro so ancora vederlo che non tutto muore,
che qualcosa resta: una storia, una spinta a partire,
una rotta come una strada sul mare
03 - Dante Di Nanni
Dante e' sdraiato sul letto e respira veloce,
con sei pallottole in corpo e i minuti contati.
Di Nanni e' in casa da solo e immobile aspetta,
con una mano si aggrappa alla vita e con l'altra allo Sten.
In Via di San Bernardino splende il sole accecante
di una Torino in ginocchio profumata dai fiori di Maggio.
C'e' qualcuno che ha fatto la spia e in questura si sparge la voce
che il gappista si e' chiuso li' dentro e i fascisti stanno arrivando.
Dante capisce e lo sa che il tempo e' quasi scaduto
e ognuno ha fatto una scelta e il tempo la giudichera'.
Di Nanni capisce e lo sa che se ti prendono vivo:
si parla o si muore.
In strada rumore di grida e tumulto di passi,
una bomba esplode e sfigura i contorni del giorno.
Il cuore rimbomba e sovrasta le urla dei mitra
perché un sogno che muore scannato fa sempre cosi'.
Onore a chi ha fatto una scelta che e' quella di prendere parte,
non guardare dalla finestra ma giocarsi la vita e la morte.
Oggi si scrive la storia e sopra i muri di ogni citta'
quattro parole nel sangue: lottare per la liberta'
Nel caricatore del mitra restano si' e no venti colpi, Di Nanni toglie un proiettile e se lo mette in tasca poi prende la mira tra le sbarre e spara. Bum. il primo nazista cade, il secondo lo manca ma il terzo no. Ora sparano dalla strada, dal campanile e dalle case intorno, gli sono addosso, non ha piu' scampo. Toglie di tasca l'ultima cartuccia, la innesta e arma il carrello. Forse sarebbe il caso di finirla qui. E mentre intorno sparano ancora punta il mitra al campanile e aspetta, quando viene il momento mira con cura e l'ultimo fascista muore sul colpo. Adesso non c'e' piu' niente da fare.
Allora Di Nanni si alza e in piedi aspetta i suoi colpi
ma intorno solo silenzio.
E' in quel momento che Dante si sporge, chiude la mano in un pugno
e si getta di schianto.
04 - Tommie Smith
1968, un ottobre caldo,
centro America, Messico.
Una fiamma vecchia secoli
brilla da qui
sullo sguardo dei popoli.
Anni dove per un'altra fiamma
calda di speranza
molti parlano, cantano.
C'e' chi ha scelto di combattere
di resistere,
c'e' chi ha scelto di correre
Corri che la vita
dura solo un giorno
e il demone scuro del tempo
da' un occasione soltanto
sotto lo sguardo del mondo.
Pensa che per quanto
conti qui la sorte,
per quanto dure le gambe
e' il cuore che spinge piu' forte.
Signori, si parte,
tutti in posizione.
Nel silenzio scoppia il colpo
e Tommie Smith
corre.
Meno di venti secondi,
non ha nessuno davanti.
Certo adesso Tommie ha vinto,
adesso non e' un negro,
adesso Tomiie e' americano.
Grazie, dice, per la farsa
ma siamo uomini
e non cani da corsa.
Sale spora il podio,
porta la medaglia al collo
e mentre parte l'inno alza un guanto
nero come pelle,
nero come rabbia,
nero come e' nero questo silenzio.
Perche' tutte le parole
sono chiuse
dentro un pugno
verso le stelle.
Meno di venti secondi,
non ha nessuno davanti.
05 - Vladimir Majakovskij
Cantilenano le brigate dei vecchi
la stessa litania.
Compagni!
Sulle barricate!
Barricate di cuori e di anime.
e' vero comunista solo chi ha bruciato i ponti della ritirata.
Basta con le marce, futuristi,
un balzo nel futuro!
Non basta costruire una locomotiva:
fa girare le ruote e fugge via.
Se un canto non saccheggia una stazione,
a che serve la corrente alternata?
Ammonticchiate un suono sopra l'altro,
e avanti,
cantando e fischiettando.
Ci sono ancora le buone consonanti:
la erre,
la esse,
la zeta.
Non basta allineare,
adornare i calzoni con le bande.
Tutti i soviet insieme non muoveranno eserciti,
se i musicisti non suoneranno la marcia.
Portate i pianoforti sulla strada,
alla finestra agganciate il tamburo!
Il tamburo
spaccate e il pianoforte,
perché un fracasso ci sia,
un rimbombo.
Perché sgobbare in una fabbrica,
perché sporcarsi (il muso) di fuliggine,
e, la sera,
sul lusso altrui sbattere gli occhi sonnolenti?
Basta con le verita' da un soldo.
Ripulisci il cuore dal vecchiume.
Le strade sono i nostri pennelli.
Le piazze le nostre tavolozze.
Non sono stati celebrati
dalle (mille) pagine del libro del tempo
i giorni della rivoluzione!
Nelle strade, futuristi,
tamburini e poeti!
06 - Giovanni Passannante
quando passava sua maesta'!
Lui vendette la giacca per comprarsi un coltello
E nasconderlo in un fazzoletto rosso,
convinto che non fosse il gesto di un pazzo
si mise ad attendere il proprio turno.
Ed era come partire, era come cadere
Nel vuoto senza fine
Dell’inevitabilita'.
Il Re si avvicinava, un varco si apriva,
lui in un soffio diceva:
- nessuno mi fermera' -.
Non ho una fede, non ho una bandiera,
ma nemmeno paura
e alla mia mano questo bastera'.
Sali' sulla carrozza, scomparve la piazza,
scomparvero il mare, le idee, la gente,
il tempo collassava dentro l’istante
e partiva la mano di Passannante.
Ci sara' storia se
Con la berretta del cuoco
Faremo una bandiera.
Passannante fu arrestato e condannato all’ergastolo. La sua famiglia internata in un manicomio criminale. Al suo paese fu cambiato nome e lui fu rinchiuso in una cella di due metri per uno, alta un metro e cinquanta, con diciotto chili di catene addosso. Nella completa e muta oscurita' per dodici anni, prima di essere trasferito al manicomio dove infine mori'.
L’arma con cui aveva attentato al Re, graffiandolo ad un braccio: un temperino di otto centimetri.
07 - Traccia Una Rotta
Magari accade
che a forza di cambiare si cambia.
Magari una ragione prima non c’era
E ce ne sono mille ora, in una volta.
Certi silenzi sembrano in coro,
sara' che in ognuno si agita
serbata e nascosta come un tesoro
la stessa preziosa domanda.
Perché sgobbare in una fabbrica?
Perché sporcarsi di fuliggine?
Se poi la sera, soli con noi,
qualcosa trema e non si ferma mai?
Che cosa c’e' che dentro si muove?
C’e' che ognuno a suo modo lo sa
Che il tempo e' quasi scaduto
E allora faccia una scelta
E il tempo la giudichera'.
Perché quasi una vita si resta
Senza muovere un passo.
Poi si cambia di schianto
E si comincia a correre.
Si scopre cosa si muove.
Allora come luce o vento sara',
qualcosa che ti passa addosso
e lascia solo un senso, una verita':
il modo per non scivolare via
nella corrente delle cose.
Traccia una rotta.
Traccia una rotta.
Traccia una rotta
Per meridioni distanti
quanto i nostri ricordi da piccoli,
oltre dove azzurrano i monti.
Dietro la nebbia degli anni
giace un sogno disperato,
lui puo' dirti chi sei:
siamo un corpo, un pensiero.
Siamo tutto.
Dentro milioni d'istanti
incapaci di essere unici,
sotto le gioie e i lamenti,
dietro la nebbia dei giorni
giace un incubo tranquillo,
lui puo' dirti chi sei:
siamo in fondo solo questo,
male calmo.
02 - Ferdinando Magellano
Sembrava tutto quasi gia' un ricordo, adesso pero',
colpito a morte, so che quel porto non lo vedro'
e su quest'isola tra mille, fitte come stelle,
dove non c'e' niente di me non so convicermi che
l'aria, il giorno, questo viaggio, tutto finisca qua,
con questo brivido di panico in faccia e sangue nella bocca,
quello che ho, quello che che ho visto e che non vedro' piu'
E' buffo solo fama e oro mi hanno spinto quaggiu'
eppure adesso mentre i miei occhi si spengono
di questa vita voglio ricordare il tuono, il mare,
la vela che sopra di me trema e si gonfia mentre la mia nave
vola come il vento sopra l'onda che scalcia
e sento dentro insieme un secolo di calma e l'attimo che scoppia
forse non ho che he un solo rimorso, cosa resta di me?
Non ho mai temuto di incontrare prima o poi la morte
ma adesso e' davanti a me
a rivelarmi quanto tutto infondo sia cosi' semplice:
si nasce, si vive, si muore e di noi non resta piu' niente
No, non e' questo che penso, se ancora un pensiero e' rimasto.
Non e' questo che ho visto nel cielo quel giorno che sono partito
e che ho visto di nuovo in ogni metro strappato al mare
lungo questo viaggio infinito.
Non tornero' piu', pero' fino a qui ci sono arrivato
e voltandomi indietro so ancora vederlo che non tutto muore,
che qualcosa resta: una storia, una spinta a partire,
una rotta come una strada sul mare
03 - Dante Di Nanni
Dante e' sdraiato sul letto e respira veloce,
con sei pallottole in corpo e i minuti contati.
Di Nanni e' in casa da solo e immobile aspetta,
con una mano si aggrappa alla vita e con l'altra allo Sten.
In Via di San Bernardino splende il sole accecante
di una Torino in ginocchio profumata dai fiori di Maggio.
C'e' qualcuno che ha fatto la spia e in questura si sparge la voce
che il gappista si e' chiuso li' dentro e i fascisti stanno arrivando.
Dante capisce e lo sa che il tempo e' quasi scaduto
e ognuno ha fatto una scelta e il tempo la giudichera'.
Di Nanni capisce e lo sa che se ti prendono vivo:
si parla o si muore.
In strada rumore di grida e tumulto di passi,
una bomba esplode e sfigura i contorni del giorno.
Il cuore rimbomba e sovrasta le urla dei mitra
perché un sogno che muore scannato fa sempre cosi'.
Onore a chi ha fatto una scelta che e' quella di prendere parte,
non guardare dalla finestra ma giocarsi la vita e la morte.
Oggi si scrive la storia e sopra i muri di ogni citta'
quattro parole nel sangue: lottare per la liberta'
Nel caricatore del mitra restano si' e no venti colpi, Di Nanni toglie un proiettile e se lo mette in tasca poi prende la mira tra le sbarre e spara. Bum. il primo nazista cade, il secondo lo manca ma il terzo no. Ora sparano dalla strada, dal campanile e dalle case intorno, gli sono addosso, non ha piu' scampo. Toglie di tasca l'ultima cartuccia, la innesta e arma il carrello. Forse sarebbe il caso di finirla qui. E mentre intorno sparano ancora punta il mitra al campanile e aspetta, quando viene il momento mira con cura e l'ultimo fascista muore sul colpo. Adesso non c'e' piu' niente da fare.
Allora Di Nanni si alza e in piedi aspetta i suoi colpi
ma intorno solo silenzio.
E' in quel momento che Dante si sporge, chiude la mano in un pugno
e si getta di schianto.
04 - Tommie Smith
1968, un ottobre caldo,
centro America, Messico.
Una fiamma vecchia secoli
brilla da qui
sullo sguardo dei popoli.
Anni dove per un'altra fiamma
calda di speranza
molti parlano, cantano.
C'e' chi ha scelto di combattere
di resistere,
c'e' chi ha scelto di correre
Corri che la vita
dura solo un giorno
e il demone scuro del tempo
da' un occasione soltanto
sotto lo sguardo del mondo.
Pensa che per quanto
conti qui la sorte,
per quanto dure le gambe
e' il cuore che spinge piu' forte.
Signori, si parte,
tutti in posizione.
Nel silenzio scoppia il colpo
e Tommie Smith
corre.
Meno di venti secondi,
non ha nessuno davanti.
Certo adesso Tommie ha vinto,
adesso non e' un negro,
adesso Tomiie e' americano.
Grazie, dice, per la farsa
ma siamo uomini
e non cani da corsa.
Sale spora il podio,
porta la medaglia al collo
e mentre parte l'inno alza un guanto
nero come pelle,
nero come rabbia,
nero come e' nero questo silenzio.
Perche' tutte le parole
sono chiuse
dentro un pugno
verso le stelle.
Meno di venti secondi,
non ha nessuno davanti.
05 - Vladimir Majakovskij
Cantilenano le brigate dei vecchi
la stessa litania.
Compagni!
Sulle barricate!
Barricate di cuori e di anime.
e' vero comunista solo chi ha bruciato i ponti della ritirata.
Basta con le marce, futuristi,
un balzo nel futuro!
Non basta costruire una locomotiva:
fa girare le ruote e fugge via.
Se un canto non saccheggia una stazione,
a che serve la corrente alternata?
Ammonticchiate un suono sopra l'altro,
e avanti,
cantando e fischiettando.
Ci sono ancora le buone consonanti:
la erre,
la esse,
la zeta.
Non basta allineare,
adornare i calzoni con le bande.
Tutti i soviet insieme non muoveranno eserciti,
se i musicisti non suoneranno la marcia.
Portate i pianoforti sulla strada,
alla finestra agganciate il tamburo!
Il tamburo
spaccate e il pianoforte,
perché un fracasso ci sia,
un rimbombo.
Perché sgobbare in una fabbrica,
perché sporcarsi (il muso) di fuliggine,
e, la sera,
sul lusso altrui sbattere gli occhi sonnolenti?
Basta con le verita' da un soldo.
Ripulisci il cuore dal vecchiume.
Le strade sono i nostri pennelli.
Le piazze le nostre tavolozze.
Non sono stati celebrati
dalle (mille) pagine del libro del tempo
i giorni della rivoluzione!
Nelle strade, futuristi,
tamburini e poeti!
06 - Giovanni Passannante
quando passava sua maesta'!
Lui vendette la giacca per comprarsi un coltello
E nasconderlo in un fazzoletto rosso,
convinto che non fosse il gesto di un pazzo
si mise ad attendere il proprio turno.
Ed era come partire, era come cadere
Nel vuoto senza fine
Dell’inevitabilita'.
Il Re si avvicinava, un varco si apriva,
lui in un soffio diceva:
- nessuno mi fermera' -.
Non ho una fede, non ho una bandiera,
ma nemmeno paura
e alla mia mano questo bastera'.
Sali' sulla carrozza, scomparve la piazza,
scomparvero il mare, le idee, la gente,
il tempo collassava dentro l’istante
e partiva la mano di Passannante.
Ci sara' storia se
Con la berretta del cuoco
Faremo una bandiera.
Passannante fu arrestato e condannato all’ergastolo. La sua famiglia internata in un manicomio criminale. Al suo paese fu cambiato nome e lui fu rinchiuso in una cella di due metri per uno, alta un metro e cinquanta, con diciotto chili di catene addosso. Nella completa e muta oscurita' per dodici anni, prima di essere trasferito al manicomio dove infine mori'.
L’arma con cui aveva attentato al Re, graffiandolo ad un braccio: un temperino di otto centimetri.
07 - Traccia Una Rotta
Magari accade
che a forza di cambiare si cambia.
Magari una ragione prima non c’era
E ce ne sono mille ora, in una volta.
Certi silenzi sembrano in coro,
sara' che in ognuno si agita
serbata e nascosta come un tesoro
la stessa preziosa domanda.
Perché sgobbare in una fabbrica?
Perché sporcarsi di fuliggine?
Se poi la sera, soli con noi,
qualcosa trema e non si ferma mai?
Che cosa c’e' che dentro si muove?
C’e' che ognuno a suo modo lo sa
Che il tempo e' quasi scaduto
E allora faccia una scelta
E il tempo la giudichera'.
Perché quasi una vita si resta
Senza muovere un passo.
Poi si cambia di schianto
E si comincia a correre.
Si scopre cosa si muove.
Allora come luce o vento sara',
qualcosa che ti passa addosso
e lascia solo un senso, una verita':
il modo per non scivolare via
nella corrente delle cose.
Traccia una rotta.
Traccia una rotta.
Traccia una rotta
Per meridioni distanti
quanto i nostri ricordi da piccoli,
oltre dove azzurrano i monti.
Dietro la nebbia degli anni
giace un sogno disperato,
lui puo' dirti chi sei:
siamo un corpo, un pensiero.
Siamo tutto.