Senza nemmeno accorgermene sto scalfendo il guscio di dura cervice che m'appartiene e resto spoglia, senza veli, terrorizzata.
Tappe bruciate come se fossero i gesti piu' normali che si potessero fare, empatia e attrazione fortissima.
Smessi i panni di donna, indosso quelli di schiava rannicchiata nella propria tana e ti ascolto.
Il mio viso sfiora il pavimento, occhi chiusi.. ma ti vedo e ti sento -Sentimi, senti quanto ti voglio, sentimi, sono tuo e tu sei mia. Una cosa sola-
Gemiti e mugolii, rumori dei nostri umori che si mischiano, rumori dei miei pensieri che urlano e implorano di essere liberati -No, non ora, non ancora-
Mente e Corpo lottano tra loro e ancora una volta torno ad odiarti, mentre le mie dita affondano il colpo e la mente acclama il piacere di te che ascolti i miei sussulti scopandomi anima e cuore -Sei mia, sei mia-
Labbra che si schiudono mentre un'altra scarica piu' forte e piu' ravvicinata mi fa contorcere le viscere.
La tua voce si schiarisce -Sono io dentro di te- e la sequenza dei colpi aumenta. Godo nella tua bocca.
Accarezzo la mia pelle imperlata, lecco il mio sale, mordo e affondo sapiente.
Mi stai facendo del male, ce ne stiamo facendo a vicenda -Sii libera, vola in alto, sii libera-
Manipoli abile il mio spirito, giochi a far sussultare le mie labbra che pulsano vogliose all'unisono coi miei nervi tesi.
Allargo le gambe, non protesto piu'. Fra le mie mani rivoli di delizia scivolano fino alle ginocchia.
All'ombra di piccoli gesti compulsi, il fuoco cresce e la tua voce dall'altra parte reclama il mio orgasmo -Il tuo, perche' e' tuo, t'appartiene-
Un piacere profondo esplode con rabbia, mischio saliva e umore vaginale leccandomi le dita che tanto hanno fatto, questa sera.
Gli occhi pesti di un trucco gia' colato dal pianto, sbiadiscono il suono della tua voce flebile oramai lontana.
Matura in fretta l'idea di un noi, di un poi -Aggrappati a me bimbetta, aggrappati forte, non cadi-
Io la tua bimba con cuore e carne, con gambe e nervi appesi, arrendevole ribelle alle tue voglie, sono caduta.
Riaggancio e piango ancora di piu'.
Bollezza
Due Gambe E Nervi Appesi (di Bollezza)
Due Gambe E Nervi Appesi (di Bollezza)
Ticchettio della pioggia sui battenti della finestra, vetri umidi e appannati come le mie dita e la mia mente, dita che mi cercano fugaci, mani consapevoli di quanto sanno dare e i mie pensieri di quel momento. Tu.
Solo io, ci sono solo io.
La rabbia mi corrode da dentro, mi sta facendo da madre questa sera, e la violenza prende piede.
In un attimo sono nuda, respiro l'aria e la leggerezza di questo momento, piedi scalzi che accarezzano un freddo pavimento in marmo nero.
Piango, non posso farne a meno, mentre mi tiro violentemente un capezzolo. Un brivido simile ad una vergata sulla schiena mi inarca le terga -Dimmi i tuoi pensieri, tutti, li voglio ora-