Vertigo saluta educato ma non troppo caloroso.
Sceglie una frase tipo "Buonasera cari".
Junk contraccambia, Riot Girl resta in disparte come a voler comunicare "Ho il marchese, stammi su da dosso" In soli quaranta secondi contati, il pusher controlla il denaro, consegna la busta e svanisce come uno stronzo dopo che hai tirato lo sciacquone.
Junk analizza il contenuto dell'involucro e tira fuori un mezzo sorrisetto sbilenco.
- Sbrigati -. Riot Girl ha le fregola di tornare a casa.
- Eccheccazzo, ora andiamo!
Giusto il tempo di un paio di canzoni di un gruppetto scialbo - che non vale nemmeno la pena di stare li' a trascrivere il nome sulla copia pirata - e i due sono a casa.
Junk e Riot Girl si mettono comodi e la stagnola viene stesa a dovere sul tavolo della cucina.
Gli Atari Teenage Riot infettano l'aria con il loro suono del male elevato alla terza.
Cosi' mentre Alec Empire e Nic Endo sbraitano a proposito di rivoluzione, anarchia e verita' formato missile, si da inizio ad una decostruzione psicofisica coi fiocchi.
La prima dose e' la migliore.
L'oppio lavora la realta' e la riconsegna inconfutabilmente corrotta.
Le luci flettono come tubi in gomma e la musica non e' altro che una grancassa dritta, attraversata da esplosioni di rumore bianco.
Il televisore si presenta a Junk come uno specchio deformante del Luna Park mentre il portafrutta, agli occhi compromessi di Riot Girl, assume la forma di una tavolozza grondante colori a tempera.
Gli Atari Teenage Riot, in disparte, si psicanalizzano con urla belluine.
Le voci si piegano all'infinito, si increspano come le acque di una palude battuta da un alito di vento fetido.
La seconda dose e' il knock-out.
L'appartamento muta in uno scenario 8bit da consolle giapponese.
La band si trasforma senza ritegno in un minimale file midi di pessima qualita' e le ombre ora vive e pesanti, fanno le cose piu' strane.
Danzano, scopano, fingono indifferenza.
Junk prepara la dose conclusiva, la tripletta di Signor Oppio.
Terza palla nel sacco e arrivederci e grazie.
La geometria se ne va a puttane.
Ogni millimetro acquisisce profondita' e colore.
La tavola vortica come in preda all'epilessia poi nel dormiveglia disseminato di forme cangianti, Junk e Riot Girl planano sul pavimento.
Il nostro sconnesso Kriminal metropolitano assomiglia ad uno di quei Gesu' Cristi di El Greco, cosi' scarnito e contorno, deformato e dimesso.
- Luce! -. una lampadina fluorescente irradia Junk di un fascio verdognolo, molto vicino a quelli che nei film di fantascienza viene attribuito a U.F.O ed altre dimensioni.
- Stop! -. il buio cala definitivo e compatto.
Saturo d'incubi.
Lordo di sangue.
Mass Veneri

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.NOTA.
Il racconto e' tratto dal libro autoprodotto Los Hombres Tortilla, di Mass Veneri.

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