Schegge Di Rumore - Storie di hardcore italiano anni '90 e' un libro di 165 pagine, ma definirlo "libro" e' riduttivo e' qualcosa di piu', una serie di diapositive in technicolor di un passato che non e' poi lontano descritto nero su brianco, l'attitudine punk hardcore raccontata e descritta come nessuno puo' farlo, attraverso i cuori e le parole dei protagonisti di quegli anni, che la propria attitudine ruotava infiammando le folle, dentro i centri sociali, gli squat, l'Italia dei collettivi che diventavano la tua famiglia, il diy come spinta propulsiva attitudinale, il sottobosco underground, un mondo inclusivo dove contava sentirsi parte di qualcosa, l'aggregazione come attitudine, l'accettazione di una diversita' che contestava certi comportamenti snobisti di una societa' finta e inetta.
Scritto da due che il sottobosco punk e dei collettivi lo conoscono come le loro tasche: Andrea Capo' Corsetti - figura di rilevanza nell'underground laziale non solo per aver militato in svariati gruppi importanti della scena underground laziale (Tear Me Down, Flopdown e gli attuali Neid) ma anche e sopratutto un'etichetta indipendente la Rebound Action - da annoverarsi come colui che ha sdoganato l'estremo nella Tuscia e Monica RageApart Micieli, attiva nella militanza tra il Comitato di Lotta Viterbo e le attivita' dell'Officina Dinamo, mitigandole con partecipazioni a testate importanti come quella di Pugni Chiusi che dirige lei stessa, passando anche per pubblicazioni scientifiche e la raccolta di poesie Il cuore divelto, uscito nel 2019, nonche' membro del collettivo Tuscia Clan. Folgorati dal punk hardcore, un po' come tutti noi, uniscono le loro sinapsi e il loro vissuto assieme a tanti protagonisti - amici in veste di cronisti fuoricampo. Proponendo un interessante conversazione collettiva di un'epoca dove il lettore ha una grande occasione, vivere o ri-vivere quel periodo attraverso le parole dei diretti protagonisti, tra i circle pit negli squat, nei centri sociali, tra i tupa tupa e sferzanti chitarre, l'emozione delle folle accalcate che a scambiarsi urla e foga si ritrovavano parte di qualcosa, dentro un mondo pulsante ed inclusivo. L'urlare dentro un microfono come mezzo espressivo comunicativo di dissenso verso una politica oltranzista, la ricerca di un rumore che portasse una spaccatura in un momento storico un po' perso.
Attraverso aneddoti, ricordi, stralci di vita, i pensieri e le parole di chi quella "scheggia" l'ha vissuta e vive ancora, attraverso lo sguardo di Frankie degli Affluente, Max dei Contrasto, Gallo dei By All Means, lo stesso Capo'.
E poi Hobophobic, Monkeys Factory, Kafka, Sottopressione, Dissesto, The Skizoids, Jilted, Frammenti in un racconto iridescente, trent'anni di vita passata tra sudore, attitudine, ricordi e ferite nelle tanta vicissitudini accadute, una serie di fotografie che a distanza di anni spendono ed ardono vivide come il primo giorno.
Senza tralasciare nulla, i momenti si fanno nitidi e rigogliosi, andando a costruire una sorta di ascolto musicale descritto dalle esperienze di chi quegli anni li porta addosso come un marchio permanente. E' un libro che al nostro panorama underground fa bene, lo infoltisce, rimpolpa le arterie della struttura di quel mondo, non si erige alla nostalgia dei ricordi ma bensi' lo trovo quasi indispensabile soprattutto perche' dentro una societa' effimera e superficiale dove tutto scorre senza appartenerci davvero, dove nessun valore e' saldo e deciso, porta alla ribalta un meccanismo sano dove trovare rifugio, quella spinta propulsiva che rimane nel tempo che nulla la puo' calcificare ma che anno dopo anno rimane sempre piu' forte e costruisce attorno ai suoi figli un fortino forte che non chiede un listino o di dover dimostrare qualcosa.
In un ambiente dove tutto vive di parole pressapochiste e deleterie, Schegge Di Rumore e' un rinnovamento quantico di un modo di essere, attenti, fieri, con la testa alzata "lucidi ribelli pronti a vendicare la vita".
Ms_Antrophy

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