Una serie eccessiva, come eccessiva e' stata la storia della band. Originale come lo e' lo stile del regista, che si fece conoscere piu' di 25 anni fa con "Trainspotting": come il film del 1996 (tratto da un romanzo di Irvin Welsh), anche "Pistols" e' un racconto del disagio sociale d'oltremanica, della noia e di come provare ad uscirne - in questo caso, con la musica, ma non solo.
Ecco 5 motivi per vedere la serie.


La musica

Vabbe', direte: le canzoni dei Sex Pistols... Ci sono scene un po' romanzate - alla "Bohemian Rhapsody", appunto - sulla nascita dei brani. Nel terzo eposidio la band cazzeggia alle prove, Johnny Rotten improvvisa "I am an anti-Christ, I am an anarchist" e - puf!, magia - ecco "Anarchy in the U.K.".
Ma c'e' molta, molta piu' musica: per dire, la prima puntata si apre su "Moonage Daydream" di Bowie (con tanto di filmato d'archivio).

In "Pistol" si sente tutta la musica di quel periodo, dai T.Rex ai Pink Floyd. Diciamo che il budget dei music supervisor non era poco.
Una curiosita': la produzione musicale della serie e' degli Underworld. Si, loro, quelli di "Born Slippy": il duo elettronico che divenne famoso grazie a "Trainspotting".


La Storia

Non solo quella dei Sex Pistols, che e' parecchio romanzata - (sempre alla "Bohemian Rhapsody", che ha fatto scuola...), con eventi accaduti e noti nella storia della band e del rock, ma drammatizzati in maniera ispettacolare. Anche la Storia con la "S" maiuscola: solo il primo episodio vale la serie, un racconto della noia e del perbenismo dell'Inghilterra anni '70, da cui nacque la ribellione del punk. Materiali e filmati d'archivio si intrecciano in maniera perfetta con il racconto.


I personaggi

La star e' Steve Jones: non e' proprio il primo nome che ti viene in mente quando pensi ai Sex Pistols... Ma e' inevitabile, visto che "Pistols" e' tratto dalla sua autobiografia.
Ma il modo in cui sono costruiti anche gli altri protagonisti e' esemplare: in particolare Malcolm McLaren, il manager e deus ex-machina della band, l'artefice della grande truffa del rock 'n' roll (come la defini' nel famoso film di Julien Temple). E si', anche John Lydon/Johnny Rotten, interpretato da Anson Boon: facile capire perche' si e' opposto a questa serie in ogni modo possibile.
Il mio personaggio preferito rimane Chrissie Hynde, futura leader dei Pretenders, americana trapiantata a Londra che bazzica la boutique di McLaren e Vivien Westwood dove nasce la band e interagisce con la storia della band.


Lo stile

Mai banale e didascalico: e' Danny Boyle, che negli anni '90 girava film come se fossero dei videoclip. Oggi questo stile e' decisamente meno innovativo, ma Boyl costruisce un racconto ritmato come una brano punk, e funziona alla perfezione.


Il ritorno delle serie musicali

"Nashville", "Empire", "The Get Down", "Vynil": c'e' stato un periodo in cui le serie ambientate nel mondo musicale andavano di moda: la mia preferita rimane "Roadies" di Cameron Crowe ("Quasi Famosi" e "Jerry McGuire"), sulle storie di una band on the road - ma purtroppo non solo e' stata cancellata subito, e' anche sparita da ogni piattaforma. Poi il flop di "Vynil" - co-prodotta da Martin Scorsese e Mick Jagger ma cancellata da HBO dopo una sola stagione - ha fermato il genere, che spesso mirava piu' ai fan/nerd musicali che ad un pubblico largo.
Magari "Pistols" potrebbe aprire un nuovo capitolo per le serie, come e' successo ai film ("Bohemian Rhapsody", "Rocket Man", "Elvis", etc). Speriamo, perche' le storie da raccontare ci sono eccome, le piattaforme pure.
Gianni Sibilla

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Fonte: Nemici Come Prima: Abbiamo Davvero Voglia Di Vedere La "Reunion" Dei Misfits? (di Rockol)
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Wikipedia Pistol: https://it.wikipedia.org/wiki/Pistol
IMDB Pistol: https://www.imdb.com/title/tt13823494/
Wikipedia Danny Boyle: https://it.wikipedia.org/wiki/Danny_Boyle
IMDB Danny Boyle: https://www.imdb.com/name/nm0000965/