La madre di Federico Aldrovandi ha deciso di querelarla e spero faccia altrettanto Ilaria Cucci per le accuse false e infamanti indirizzate ai loro famigliari, il figlio Federico e il fratello Stefano. Non so quale diabolico tormento la porti ad insultare cosi' gratuitamente, senza nemmeno il ritegno della umana pietas che la sua fede, sempre invocata, dovrebbe suggerirle. Lo confesso, la sua persona mi provoca fastidio, perche' la sua volgarita' questa volta ha superato ogni limite. Non per questo mi sottraggo al mio compito, sempre piu' difficile e vituperato, anche a ragione di questi tempi. Il compito di informare, di rendere noti senza pedanteria anche a Lei alcuni fatti. Le lascio questo piccolo promemoria. Se crede, lo rilegga due o tre volte come una preghiera prima di addormentarsi. Forse sognera' un ragazzo di 18 anni, massacrato di botte senza "un motivo apparente" da quattro agenti di polizia che le verra' incontro e sorridendo le dira':
- 1 Mi chiamo Federico Aldrovandi, e non Aldovrandi.
- 2 Mia madre e' dipendente comunale, mio padre ispettore di polizia comunale, mio nonno carabiniere.
- 3 Non sono un eroinomane come Lei disse di me in parlamento da ministro nel febbraio del 2006
- 4 Quella sera non ero ubriaco, ne' drogato. Lo confesso, mi ero fatto due canne.
- 5 Quando arrivai nel giardinetto di via Ippodromo a Ferrara, c'era gia' parcheggiata una volante con due agenti a bordo
- 6 E' scoppiata una lite violenta, ma non posso dirle perche', la verita' la devono scoprire gli uomini in terra.
- 7 Mi hanno picchiato in quattro per almeno mezz'ora, manganelli (due si sono rotti), calci e pugni. L'autopsia ha riscontrato 57 ferite compatibili con azioni violente. Un vostro giudice ha scritto: "Per ognuna di queste ferite sarebbe stato possibile aprire un procedimento per lesioni colpose".
- 8 Ho chiesto aiuto invano, non credevano che mi chiamassi Federico, uno li loro mi ha scambiato per un extracomunitario, mi sono saliti sulla schiena con le ginocchia, mi e' mancato il respiro e sono morto
- 9 Poi sono stato ucciso anche altre volte: quando mi hanno lasciato per ore sull'asfalto, senza rispondere al mio cellulare quando chiamavano i miei genitori. E' stato allora che mi hanno fotografato. Che brutta foto! L'ho vista per la prima volta nelle manifestazioni portata in giro dai miei amici. Ah e' vero, lei non lo puo' ricordare perche' non c'era. Poi quella foto e' entrata anche nelle aule dei tribunali. Io ricordo solo una sensazione di caldo attorno alla mia testa, l'odore di sangue e la durezza dell'asfalto. Magari, onorevole, mi avessero messo un cuscino sotto la testa, pensi non mi hanno nemmeno coperto con un lenzuolo.
Tutto qui, non voglio tediarla. Le chiedo solo un piccolo favore personale: non e' necessario credermi, magari un giorno ci incontreremo e avremo piu' tempo per conoscerci e spiegarci. Nel frattempo il favore e' un altro: per cortesia, onorevole Carlo Giovanardi, lasci in pace i miei genitori, Patrizia e Lino,e mio fratello Stefano. Dio quanto mi mancano, lei non puo' immaginate quanto!
Buona Pasqua. Federico
(Filippo Vendemmiati)
Fonte: Promemoria Sul Caso Aldrovandi Ad Uso E Consumo Del Cittadino On. Giovanardi (di Articolo 21)
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