Come dicono loro stessi, la loro musica risente di molte influenze derivanti dalle varie sfumature del punk e questo lo si rintraccia facilmente nell'ascolto delle canzoni.
Le voci sono due, una piu' rabbiosa e in certi passi vicina al growl e l'altra piu' scandita e precisa.
L'album, dal titolo C'e' Chi Non Ha Intenzione Di Arrendersi, contiene 10 canzoni, tra queste alcune cantate in inglese, per una durata complessiva di poco inferiore ai 20 minuti. La registrazione, fatta grazie agli sforzi della chitarrista, e' piu' che sufficiente e, secondo me, la scelta delle citazioni cinematografiche sparse tra le canzoni e' molto azzeccata.
Senza perdere altro tempo andiamo dritti a parlare del primo pezzo "Odio", manifesto di disprezzo per l'ideologia fascista e nello specifico per il movimento hate-edge, ovvero i soliti fascisti che storpiano ideali e valori a proprio vantaggio. Il pezzo scorre via velocemente ritmato dal ritornello nel quale si alternano le due voci.
"Paura" e' la traccia seguente, tratta un tema che e' sempre all'ordine del giorno ovvero la repressione di stato e a violenza delle istituzioni. Le parole scorrono veloci nel giro di un minuto, il finale e' riempito dai cori che terminano con una serie di schiamazzi spensierati.
"Autoproduzione" e' un vero e proprio inno della pratica diy e delle sue numerose sfaccettature, a mio modo di vedere uno dei pezzi piu' riusciti dell'album sia per testo che per arrangiamento musicale. Mi ritrovo nella frase finale del pezzo "La musica puo' essere strumento di dissenso, usala per esprimere la tua rabbia, fanzine, dischi, volantini, tutto puo' essere autoprodotto fuori dalle leggi di mercato".
Il cantato in inglese e' comprensibile, nel complesso l'approccio al pezzo risulta convincente e ci riporta idealmente ad una Washington dei primi anni '80. I
Amanti del metalcore, orgogliosi fan di gruppi come Caliban e Killswitch Engage...preparatevi ad una critica che non la manda certo a dire!
Parlo di
In "Tv control", il cui breve testo e' in inglese, viene trattato un tema portante della cultura straight edge ovvero il ruolo nefasto ricoperto dai mass media. In poco piu' di un minuto ascoltiamo una rabbiosa denuncia degli effetti della televisione, concetto riassunto nel ritornello "Tv control, Mental Control".
La settima traccia "Questioni personali" e' un'altra critica diretta e genuina, stavolta ad esserne bersaglio sono tutti coloro i quali, all'interno del mondo della musica, parlano solo per il gusto di parlare senza aggiungere qualcosa di personale, senza passione sincera. Ancora una volta la rabbia dei
"Black tears (for nothing)" e' un'aspra critica, cantata in inglese, diretta a tutto il fenomeno modaiolo connesso al punk, anche stavolta la rabbia del gruppo si condensa nel giro di un minuto e partono parole di fuoco.
Mi unisco alla loro critica ma mi sento di dire la mia, secondo me l'abito non fa il monaco...quindi che siano toppe o spillette non e' importante, consideriamo le persone senza preconcetti estetici, passo e chiudo. Cerchiamo di rendere, almeno il punk, libero da categorie e stereotipi.
Ci avviciniamo ai pezzi finale dell'album, parliamo del penultimo "Santa ipocrisia" che racchiude il disprezzo verso il mondo clericale e i relativi atteggiamenti inqualificabili dei suoi esponenti, un amen urlato dal profondo chiude il pezzo.
Ed eccoci arrivati all'ultimo pezzo "Reagisci", unica traccia che supera i tre minuti. Le parole di questa canzone mi lasciano alquanto interdetto, da un lato c'e' un chiaro invito a reagire e a combattere, dall'altro ci si rifugia in posizioni attendiste e rinunciatarie "La tranquillita' si trova col tempo un giorno tu riavrai cio' che ti e' stato tolto non e' sempre detto che devi soffrire". Inoltre "Chi non capisce non merita attenzione, chi non capisce provoca dolore" ...ecco, anche qui non riesco molto a farmi convinto del messaggio che vogliono esprimere, mi sembra altamente limitativo..-o forse solo detto malamente.
E' il momento di trarre delle conclusioni: non metto in dubbio la genuinita' dei contenuti espressa dai
Riguardo ai testi, ma anche alle scelte musicali non sempre originali e coinvolgenti, credo sia solo un fattore di maturita', in sostanza penso che andando avanti troverete sicuramente una modalita' espressiva piu' efficace.
Sghigno.
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Gabriele Sorba
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