C'e' da dire che il sottoscritto non e' che sia tutto sto gran fan del d-beat, genere che ci propongono invece gli Skalp e senza mezzi termini, ma chissene!
Il disco e' piuttosto breve, appena sei tracce che scorrono via veloci, tutte mantenendosi sulla stessa linea: d-beat oscuro e rumoroso, chitarre fischianti, ritmi serrati e cantato con voce rauca condita da un riverbero che se chiudi gli occhi puoi benissimo immaginare di trovarti in chissa' quale cantina oscura e marcia, ad uno di quei concerti dove prima o poi si finisce sempre per qualche motivo.
A partire prima di tutte e' "Unterwerfung", dalle liriche in tedesco (almeno cosi' sembra) di cui sconosco totalmente il significato...c'e' da dire che tutti i testi del quartetto si distinguono per essere a dir poco brevi e concisi, di fronzoli neanche ne parliamo insomma, le tematiche toccate sono varie: dal militarismo (ovviamente contro), al rifiuto per la societa' capitalista, eccetera.Tutti i pezzi si mantengono allo stesso livello, nessuno risulta essere participarmente piu' cazzuto o elaborato dell'altro, tutti su strutture piuttosto semplici e brevi.
Forse a me personalmente non sarebbe dispiaciuto vedere un po' piu'ú di impegno sotto questo punto di vista...gia' che nessun pezzo in particolare ha catturato la mia attenzione ne come sound e neanche come testo o cantato, come primo lavoro non e' malaccio devo dire, come gia' detto poi, non sono grande fan del d-beat e sicuramente non facile da impresionare con quest'ultimo.
Lascio l'ultima parola quindi a quelli a cui realmente piace il genere, che scarichino il ciddi' e che decidano da se, non mi resta che augurare ai nostri Skalp una lunga traiettoria e chissa' che non ci sorprendano presto con qualche lavorone come successo con altre band...magari!
Dani
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