Guardate la copertina dell'album. Trovate qualcosa di piu' adolescenziale di quella? Non credo, e la musica che si cela dietro quella fantasiosissima copertina non e' da meno.
Ora c'e' da vedere se gli Out Of Mind appartengono alla prima o alla seconda categoria di gruppi.
Bene, a questo punto dovreste aver cliccato sul "leggi tutto", se cosi' non fosse e la mia fantastica introduzione, scritta apposta per incuriosirvi senza dire nulla di sensato, fosse stata troncata prima, scopriro' chi ha impaginato l'articolo e scattera' la ritorsione a colpi di riti voodoo tarocchi.
Ora pero' e' arrivato il momento tanto atteso da grandi e piccini, si inizia a parlare sul serio degli Out Of Mind.
Dal loro myspace e dalla bio che mi e' stata inviata apprendo che sono nati il 20 giugno del 2004, quindi hanno appena compiuto 5 anni (auguri!), che hanno serissime difficolta' a tenersi i bassisti ma soprattutto che hanno due cantanti con i controcazzi che sembrano Kurt Cobain e Tim Armstrong.
Bisogna premettere che il vostro prode recensore, cioe' me, quando sente la parola Nirvana se ne viene direttamente nelle mutande e quindi qualsiasi accostamento al suo unico dio Kurt e' ad altissimo rischio di bocciatura.
Fatte le debite precisazioni posso dire che il mio giudizio e' che entrambi non sono i peggiori singer del mondo ma definire nirvaniana la voce di Martìn per me e' una bestemmia.
L'album si snoda attraverso 12 tracce per punkettini giovani e carini, come coordinate musicali siamo dalle parti dei Punkreas, quindi testi in italiano, pop punk dal suono compatto ed incursioni ska per niente rare.
Detto cosi' non sembra neanche male, ma purtroppo il gruppo davvero non riesce ad emergere, tutto il loro lavoro scorre senza lasciare traccia, intendiamoci, non e' un prodotto terribile ma manca di mordente, puo' andar bene per essere ascoltato molto distrattamente mentre si fa altro ma gia' usarlo come riempitivo per tollerare la noia di spostamenti in autobus o treno e' un azzardo e vi trovereste a schiacciare forward molto prima della fine delle canzoni.
Io dato che dovevo recensire il disco l'ho messo in heavy rotation su qualsiasi dispositivo che ne permettesse l'ascolto, ma altrimenti l'avrei abbandonato molto presto. Cio' non toglie che a qualche ragazzo sui 14-15 anni (ma anche qualcosa in piu') potrebbero piacere abbastanza.
Le liriche come la musica, come avrete capito dall'incipit della recensione, sono adolescenziali, molto adolescenziali, oltre che nei temi anche nel taglio che hanno, quindi scordatevi profondita' compositiva, denuncia sociale e politica ad alto livello, riflessioni articolate sui problemi della vita.
Gli Out Of Mind infilano qualche powerchords in sequenza melodica, piazzano dei ritmi in levare dove possono essere carini e poi sopra ci cantano pensieri lineari e molto comprensibili. Voila', la canzone e' fatta.
I ragazzi finiscono per infilarsi con precisione metodica in concetti triti e ritriti, Berlusconi ci fotte e gli altri politici non sono tanto meglio, quindi non andare a votare ("Lascia stare"), la famiglia e' bacchettona ("Le frasi della nonna"), la societa' fa schifo e cerca di tenermi al laccio ma io faccio di testa mia ("Solo contro tutti" e "Burattinaio"), sogno un mondo libero nonostante quello che mi circonda sia il contrario ("Sogno un mondo"), e via di questo passo.
La canzone "Accendino (tanto per scaldarsi)" e' forse la peggiore dell'intero album, lasciando stare il testo banalissimo, musicalmente davvero non funziona e il grido accendino, che fa da refrain durante il pezzo, piu' che piacevole e ben riuscito mi da l'idea del lamento di un uomo con le emorroidi durante un'intensa sessione cacatoria. Non proprio il massimo insomma.
"Pequeno punk" ha la particolarita' di essere cantata in spagnolo, e' uno ska-core orecchiabile e ben eseguito ma davvero scolastico, uguale a cento altre canzoni altrettanto buone ma anche altrettanto prive di personalita'.
E' vero che alla fin fine le note sono 7 e che prima o poi tutte le band incappano in un riff gia' sentito mille volte, ma in questo caso non c'e' nessun elemento che caratterizzi la canzone in modo da rendere il gruppo effettivamente riconoscibile.
Con "Niente incontri solo scontri" si intravede qualcosina di effettivamente positivo, almeno dal lato musicale, non e' un pezzo memorabile ma almeno arriva alla sufficienza, cosa che non si puo' dire della successiva "La morte ubriaca" che trascina di nuovo il gruppo nell'anonimato.
Pero' gli Out Of Mind dimostrano che qualcosa di buono lo sanno fare davvero, "Spazio Blu" e' carina e non mi dispiace, potrebbe anche venirmi voglia di riascoltarla ogni tanto in futuro.
Niente giudizio finale stavolta, solo un in bocca al lupo ai poveri Out Of Mind che sono finiti fra le mie grinfie.
Ragazzi, non siete penosi ed a ben guardare potreste anche avere stoffa, ma siete davvero acerbi, impegnatevi, migliorate e ci si rivede fra un po'.
Cheers.
InYourHead
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