Ora la band e' composta da 4 musicisti: Corrado alla voce, Aga alla chitarra, Roby (One Family) al basso e Luca (Maze) alla batteria. La discografia degli Zheros invece comprende un promo di 5 canzoni, ormai pressoche' introvabile e da qualche settimana si e' aggiunto questo nuovo lavoro intitolato Cambio Pelle, registrato e mixato da Paolo Mauri (Sottopressione, Afterhours).
Il disco in questione e' composto da 12 pezzi tutti cantati in italiano nei quali e' stato raggiunto un ottimo risultato sia da parte del fonico che dalla band: da una parte troviamo un gruppo che non sbaglia una virgola ed unisce ad un enorme impatto sonoro, elevate doti tecniche (senza comunque esagerare, e senza allontanarsi dal genere dell'hardcore old school), dall'altra troviamo una registrazione che nonostante appaia molto particolare e sicuramente poco abbordabile alla massa, amplifica ed esalta le potenzialita' che questo gruppo fa emergere prepotentemente dal suono degli strumenti.
Ora mi spieghero' meglio: l'old school hc, come sappiamo, e' un genere molto diretto e senza tanti fronzoli; ecco la scelta di una registrazione in presa diretta, senza nessuna aggiunta a posteriori, molto diversa da quelle che ormai ci offre quotidianamente il panorama musicale internazionale, dove spesso abbiamo modo di sentire 35 linee di chitarra e 13 voci diverse in una sola canzone.
Gli Zheros sono questi, ed ai concerti non faranno nulla di piu', ma soprattutto niente di meno.
"Di meno" perche' come ho gia' detto il disco e' suonato molto bene, pochi gruppi in italia possono vantare doti tecniche del genere, o meglio quasi nessuno, oggi come oggi, e' riuscito a "congelare" una prova concreta di tecnica e potenza come e' successo a loro.
La registrazione sembra a tratti quasi una prova in saletta (ovviamente senza errori e con il massimo impegno) tanto e' l'effetto d'immediatezza che la band ed il fonico vogliono far affiorare.
Il lavoro appare particolare anche dal unto di vista del mixaggio in quanto gli strumenti non sono completamente in "stereo", o meglio la chitarra (unica e sola) appare leggermente spostata verso la vostra sinistra, il che' da un effetto molto anni '70/'80 (non quanto il primo disco dei Ramones...pero' l'effetto e' molto evidente).
Ad una registrazione quasi minimalista (sebbene come ho gia' detto, molto tecnica a tratti e ben fatta) si affianca una grafica anch'essa molto scarna e diretta nella quale, in un costante sfondo nero, risaltano in banco i testi ed in verde le traduzioni in inglese.
Le tematiche sono molto personali quindi e' praticamente inutile elencarvi i contenuti, lascio a voi leggerli e trovare probabilmente situazioni, sentimenti e stati d'animo vicini ai vostri.
Nonostante i lavori in lingua italiana solitamente non mi vadano a genio, questa band mi ha colpito e non poco.
Suoneranno il 28 novembre al D.I.Y. Fest che si terra' all'
Li', come in tante altre occasioni, avrete modo di comprare il disco e soprattutto di vederli live.
lele
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