Scrotomanzia, loro ultimo album di una lunga e gloriosa serie iniziata nel lontano '89, contenente 15 brani e distribuito da F.O.A.D. Records, e' venato di una carica altamente provocatoria ed assolutamente politicamente scorretta.
La copertina, a colori, ci mostra una zingara (la scrotomante) che consulta la sua palla di vetro, e nell'ascolto dell'album subito si avverte la presenza, oltre che del solito quintetto, anche di numerosi ospiti quali, ad esempio, Sabino Pace dei Bellicosi ed I Treni All'Alba e Saverio "Iena" Sgaramella dei Concrete Block, oltre ad Ilaria ai cori.
Il lavoro si apre con "L'uomo e' una macchina che va a calci in culo", brano chiaramente marchiato Fucktotum, sparato a mille e vigoroso nel ritmo dei riff, dal testo alquanto significativo ("Diritti dell'uomo son tutte stronzate se non sono difesi a suon di legnate, il solenne proclama non scuote l'idiota, la massa si muove se ha la pancia vuota"); ma mai arrivera' ai livelli di irruenza nell'incipit ed irriverenza del pezzo seguente, "Il partito del cazzo", assolutamente una perla di volgarita' e santissime verita': "Meglio un cazzo che ride che l'ulivo che piange, tra la falce ed il martello io ci metto l'uccello e, poi, spengo la fiamma con un litro di sperma, il mio simbolo e' duro, spinge verso il futuro". Si mischiano sapientemente oscenita', allusioni, provocazioni, batteria serrata ma non particolarmente veloce ed un ottimo gioco di chitarre distorte: il risultato e' geniale.
Proseguendo l'ascolto non colgo appieno il senso della canzone che segue, "Sagre agre", che denuncia le "sagre agre fasulle e tristi" che "hanno come unico scopo inculare i turisti"; certo lo stile e' sempre palesemente collegabile a loro nella forma del testo, musicalmente il tutto e' leggermente piu' "soft" e melodico, con riff e cori ben curati: nonostante il brano non presenta un contenuto che prenderebbe un qualsiasi ascoltatore, e', comunque, piacevole e trascinante.
Si mantengono ritmi pacati anche in "L'urlo di Chen", per arrivare alla scanzonata e cazzara "Ciao ciao patente goodbye" e passando per i "Dilemmi esistenziali dell'uomo bianco", il quale sound della batteria ed i cori ricordano luoghi lontani e selvaggi, a tema con la lirica; bisogna aspettare la name track "Scrotomanzia" per sentire qualche growl e nuovamente ritmi veloci ed aggressivi ed un paio di scurrilita' e blasfemie ad hoc: "Entro in una chiesa un prete di merda mi legge la sua Bibbia, so che finiro' all'inferno, non me ne frega un cazzo non me ne frega un cazzo, leggimi i coglioni leggimi i coglioni [...] Scrotomanzia, scrotomanzia, il passato e' noto, il futuro e' scroto". E' poesia.
Il tentare sempre strade nuove e non percorse puo', si, dare luce ad un album corale ed eclettico, come questo, ma puo' anche dar vita, quando diviene eccessiva la pretensiosita' e la ricercatezza, ad un paio di pezzi non del tutto apprezzabili, se non nelle liriche, sempre brillanti, negli arrangiamenti; certo inediti, ma non sempre riusciti: parlo, ad esempio, di "Sotto i portici a Cirie'", "Buddha violento", "Ci vorrebbe un po' di Pol Pot", "Scampagnate finite in tragedie".
Tutt'altro discorso va fatto, invece, per "Punirne 100 per educarne 1", "Vecchio punk", "Uniti contro Cristo", "Poliziotto grasso": la prima e' un punk rock bello energico tutto stop'n'go, la seconda e' un continuo ascendere e discendere delle sonorita', buona nelle chitarre e nelle incursioni elettroniche.
Si conclude con il botto: "Uniti contro Cristo" e' un inno-filastrocca anticlericale piu' che anticristo, una ballata melodica, ed e' l'apice di un percorso blasfemo iniziato con la canzone "Scrotomanzia" ("Mio buon Pontefice, o meglio detto in ambiente gay: la Benedetta, a tutti i milioni di gran coglioni che ti dan retta, di meno cazzate ti prego su embrioni, eutanasia ed aborto, che cosa faro' della mia vita saran cazzi miei") e "Poliziotto grasso" che, beh, e' un capolavoro. Sembrerebbe una di quelle canzoncine di merda tutte chitarra acustica, assolino di elettrica e coro alla Cristina D'Avena, ma il testo la rende adorabile dal primo ascolto: "Poliziotto grasso ma dove vai? Con tutto il peso del tuo culo obeso come fai? La divisa della taglia adeguata non ce l'avrai mai, l'attrezzatura antisommossa pesa e ti fa sudare assai. E' a tutti chiaro che non e' uno spasso fare il poliziotto ed esser pure grasso..Indovina chi sara' il bersaglio grosso (indovina un po') del no global alto e snello e del suo sasso, che sia rapina od aggressione sempre ultimo tu arrivi e col fiatone". Non mi stupirei se questo pezzo diventasse un simbolo in quanto ad inni contro l'autorita', asd.
Entrambi i pezzi ti lasciano con la voglia di sentirli ancora ed ancora.
Cosa rimane da dire: impeccabili, senza peli sulla lingua, cresciuti musicalmente e dal risultato piu' complesso e vario dei prodotti precedenti a Scrotomanzia, non si ripetono e non scadono del banale o gia' sentito; si confermano una band con le palle.
Un'abbuffata di rabbia, irriverenza e sfacciataggine allo stato puro, il tutto condito da grasse, grasse risate.
hyena01
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Fucktotum - Voglio Il Vino (Live At Caffe' Tritolo, Avigliana)
Fucktotum - Con 24 Vaffanculo (Live At Robin Hood, Villanova)
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