Orsu' brindiamo al nuovo, per l'esattezza il 2010 D.C. eh si, perche' come voi tutti saprete, noi bravi visi pallidi adottiamo ed imponiamo il calendario Gregoriano, che celebrando l'inizio dell'era cristiana ne stabilisce l'inizio, per l'esattezza, "dall'annuncio con il quale un angelo diede la notizia ai pastori che nella stessa regione vegliavano di notte, facendo la guardia alle loro greggi".
Allora ragazzuoli, io un po' scettico lo son sempre stato, pero' spero converrete con me che o la qualita' dell'erba col passare del tempo e' andata scemando o che comunque dover rendere noto, al mondo intero, le avventure e visioni di una sbornia colossale, e' un po' da gran burloni. La vita del pastore infatti, si sa, e' monotona e solitaria, ed e' naturale che si cerchi compagnia nella bottiglia e, se nel sodomizzare delle innocenti pecore, ci si convince di possedere delle belle fanciulle, da li a vedere un angelo ci vuole poco.
Un'altra annunciazione, di questi giorni, non meno influente sulle nostre vite, mi fu fatta invece, da un piccolo ometto proveniente da una terra lontana ai confini col continente africano; mi disse che c'era un disco da recensire e due gruppi da rivelare.
Alfatec e This Routine Is Hell, uno split che varca i confini ed unisce due realta' lontane geograficamente tra loro, ma accomunate da una forte sensibilita', nel vivere cio' che li circonda e riproporlo musicalmente.
Sei canzoni ciascuno, iniziano i fiorentini proponendo un hc con sonorita' dure e decise, ma con venature radicate di rock'n'rolla; seguono gli olandesi a paletta, braccio fuori dal finestrino e stereo a tutto volume.
Un buon lavoro nel complesso che si lascia ascoltare senza fatica e rimane piacevole anche col passare del tempo: influenze vecchia scuola yankee, riprodotte in chiave moderna e piuttosto personale, supportate da una buona qualita' di registrazione e velocita' d'esecuzione, ma andiamo per gradi.
Confermano le attese senza strafare i giovani di Firenze, migliorando tecnica e struttura compositiva, buono anche il coinvolgimento che riescono ad esprimere: potenti riffs della chitarra, basso martellante e solida sezione ritmica. La tonalita' della voce convince, peccato l'inglese un po' maccheronico alla Silvio tinto, cosi come le liriche che risultano a tratti banali, consiglio personale: passate all'italiano, avete questa fortuna, sfruttatela!
I niderladici non sbagliano un colpo, vanno dritti e filati, senza interruzioni o ripensamenti, un gruppo che sicuramente in quanto a tecnica o immediatezza comunicativa ha da invidiare a pochi. Gli strumenti fanno tutti il loro dovere piu' che egregiamente, cosi' come la voce che urla delle liriche ben strutturate, unico punto debole: non stupiscono per originalita', potrei associarli a molti altri gruppi che si rifanno cosi' fedelmente alla scuola d'oltre oceano.
Bene, un'altra caratteristica interessante su cui raramente mi soffermo, ma in questo caso, ritengo meritevole d'attenzione, sono le grafiche ben realizzate e curate da un'abile e dotata mano: fate un salto sul sito dell'artista!
Ah, che passione sta vita, mai un momento di noia, che dire gente? Vogliamo spendere qualche parola sugli anziani di oggi? Non ci son piu' i vecchi di una volta!
Pierkna

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