Certo questo disco sulle prime mi ha lasciato spiazzato, ma penso sia capitato a chiunque, un po' per la tracklist piuttosto insolita e dopo tre anni di attesa oserei dire anche un po' corta, un po' perche' al primo ascolto non ho ritrovato quel frullato iper veloce di hardcore melodico che mi aspettavo, ma comunque come spesso succede quando si ha di fronte qualcosa di diverso dal solito, ci vuole qualche giorno per assimilare e dare un senso al tutto.
Ed infatti cosi' e' stato, perche' per quanto riguarda la tracklist formata da 7 pezzi di cui uno e' un breve intro, sono arrivato alla conclusione che non sia ne' troppo lunga ne' troppo corta, alla fine e' semplicemente giusta cosi', quel tanto che basta per dire quello che si deve dire, per lo stesso principio per cui quando bisogna esprimere un concetto come in questo caso non ha senso dilungarsi troppo.
La musica e' molto influenzata da quelli che sono i metodi di composizione dei testi e dalle tematiche affrontate, che come ho gia' detto all'inizio e come sicuramente potevate anche immaginare da soli, si basano sulle vite o sulle azioni di questi cinque personaggi, ovviamente il carattere predominante e' sempre quello hardcore melodico come da marchio di fabbrica Airesis, il tutto pero' e' stato rivisitato in una chiave piu' soft del disco precedente, piu' rockeggiante, anche piu' matura se vogliamo, c'e' molto spazio per le chitarre acustiche e i testi spesso vengono raccontati anziche' cantati generando atmosfere che a volte mi fanno pensare a qualcosa di folkloristico.
Tra l'altro per quanto riguarda nello specifico "Dante Di Nanni" e "Vladimir Majakovskij", i testi di queste due canzoni sono ricavati da opere pre-esistenti, la prima e' realizzata rielaborando in modo magistrale alcune parti della testimonianza di Giovanni Pesce, tratta dal suo libro "Senza Tregua, La Guerra dei GAP" che potete scaricare da qui, la seconda invece e' realizzata prendendo di pari passo i versi della poesia "Ordinanza Dall'Esercito Dell'Arte" di Majakovskij e cucendoci addosso un'aderente vestito musicale. Alla grande!
Ottima idea secondo me l'introduzione definitiva di una seconda voce dalla timbrica molto particolare e profonda che mi ricorda un po' quella del cantante dei Baustelle, la stessa voce che avevamo gia' sentito per pochi secondi nel disco precedente in "Il Ritorno Del Sole" e che gia' allora mi era piaciuta.
Mi sembra quasi doverosa una breve carrellata informativa estrapolata sapientemente da wikipedia, circa le storie dei nostri cinque personaggi, utile tra l'altro per capire al meglio il senso del disco che e' poi racchiuso nella title track conclusiva "Traccia Una Rotta".
Andando in ordine di tracklist troviamo per primo l'esploratore portoghese Ferdinando Magellano, sicuramente il piu' famoso dei cinque, lui si che la rotta l'ha tracciata veramente in tutti i sensi, per primo intraprese la circumnavigazione del globo partendo dall'Europa e diretto in Asia passando pero' da ovest, attraverso' il passaggio all'estremita' meridionale del Cile che oggi chiamiamo Stretto di Magellano, e fu il primo europeo a navigare nell'Oceano Pacifico fino a raggiungere le Filippine, dove pero' fu ucciso nel tentativo di sottomettere alla Corona Spagnola e al Cristianesimo l'isola di Mactan.
Il secondo e' Dante Di Nanni, partigiano italiano e medaglia d'oro al valore militare, mori' a 19 anni gettandosi dal balcone con il pugno alzato, dopo aver resistito eroicamente da solo all'assalto delle truppe nazifasciste.
Il terzo e' Tommie Smith, sicuramente il personaggio piu' melodic hardcore di tutti per via della sua incredibile velocita', dopo aver vinto la medaglia d'oro nei 200 metri piani alle Olimpiadi di Citta' del Messico del 1968, durante la cerimonia di premiazione, insieme al connazionale John Carlos arrivato terzo, diede vita a una clamorosa forma di protesta, salendo sul palco scalzo e sollevando un guanto nero durante l'esecuzione dell'inno americano, per manifestare il proprio sostegno al movimento denominato Progetto Olimpico per i Diritti Umani, il cui scopo era quello di protestare contro la segregazione razziale negli Stati Uniti e il razzismo dello sport in generale.
Il quarto e' Vladimir Majakovskij, poeta e drammaturgo russo, considerato per antonomasia il poeta della rivoluzione d'Ottobre e della nascente societa' sovietica, mori' a 37 anni per supposto suicidio, ma sono rimaste molte perplessita' sulla sua morte.
Arrivati a questo punto anch'io mi faccio lo stessa domanda che si poneva il buon Vladimir: "Perche' sgobbare in fabbrica, perche' sporcarsi il muso di fuliggine, e, la sera, sul lusso altrui sbattere gli occhi sonnacchiosi?". Riflettete gente!
Il quinto e' Giovanni Passannante, anarchico repubblicano, attento' alla vita del re Umberto I di Savoia ferendolo ad un braccio con un coltellino di 8cm, fu condannato prima a morte e successivamente all'ergastolo, sconto' la sua pena in condizioni disumane che lo portarono alla pazzia, inoltre tutta la sua famiglia fu' rinchiusa in manicomio e al suo paese venne cambiato nome, da Salvia a Savoia di Lucania.
La conclusiva "Traccia Una Rotta" come dicevo poc'anzi e' il pezzo che chiude il cerchio dal quale si puo' evincere la morale di tutta la storia, ognuno tragga le proprie personali conclusioni, dopodiche' si faccia delle domande e si dia delle risposte. Complimenti agli Airesis.
rufiolo
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