I The Consequence provengono infatti da Trento, zona che ultimamente ha sfornato diversi e validissimi gruppi hardcore, cito solo Attrito, Congegno e Crop Circles giusto per far capire la situazione a chi non la conoscesse (ma so che voi bravi giovini sapete tutto). Poi, per introdurre questo lavoro dei The Consequence penso vada piu' che bene la definizione che loro stessi hanno dato di questo ep, "5 tracks of appassionate hardcore".
Destined To Wreck e' il titolo di questo secondo lavoro della band trentina che aveva gia' realizzato una buona demo l'anno precedente; questo ep e' datato invece 2010 e sono notevoli i passi avanti della band rispetto alla prova precedente. Sin dalle note del primo pezzo si nota infatti una certa maturita' compositiva della band trentina che rispetto alla demo presenta una formazione a cinque membri (Sbuc - voce, Olly - chitarra, Dige - chitarra, Zamba - basso, Capro - batteria).
"Shot Down The Albatros" e' un pezzo strumentale, una sorta di intro, che si apre con accordi secchi di chitarra su un mantello di feedback a cui segue un ottimo riff di chitarra ben cadenzato e sostenuto dai violenti e potenti colpi di batteria. Sin dal primo pezzo le qualita' dei giovani trentini sono evidenti, le scelte musicali e compositive sono piu' originali e seppur piu' ricercate, mantengono e anzi sviluppano una maggiore potenza e incisivita' rispetto ai primi pezzi della band.
Sbuc grida e urla la sua rabbia nella successiva "Nothing More" dove i colpi della batteria si fanno incessanti in un atmosfera cupa e di rassegnazione, "I can't be what you want, no i can't. Nothing to change this situation between you and me".
Il terzo brano e' a mio avviso il migliore dell'intero ep, "Consequences" scorre infatti potente e coinvolgente fino alla fine. Particolare e ben azzeccato il dialogo iniziale tra la voce di Sbuc e un buon riff di chitarra, "How many years of silence and solitude, closed in a room to reflect". Ottima la prova di tutti i componenti per un pezzo che scorre dinamico e diretto.
Dalle trame piu' intricate il penultimo pezzo "Sick" soffre un po' di staticita' rispetto alle prove precedenti, ma mostra comunque la potenza espressiva dei cinque e un cantato sempre piu' rabbioso e duro. Siamo arrivati alla fine dell'ep, ultimo capitolo "Another Piece Of Shit", pezzo duro sin dall'inizo che trova il suo apice nel finale dove "The same shit you are today" e' un coro coinvolgente e diretto sotto l'incedere della batteria di Capro che risulta nuovamente precisa e potente. Davvero un ottimo pezzo.
Un vero peccato che la band si sia sciolta; questo ep infatti dimostra delle ottime capacita' musicali, ma anche i testi sono interessanti e mostrano una certa riflessivita', introspezione e anche una buona dose di rabbia. Le chitarre dialogano bene insieme e sono complici di riff che mostrano la chiara matrice hardcore e risultano originali e pieni di diverse sfumature.
Sfascia Chitarre

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