Una band non e' costretta a migliorare ed a superarsi duranti gli anni; non e' detto che il terzo, quarto o quinto album sia migliore dei primi. Spesso molti gruppi esordiscono piuttosto bene e poi si perdono nei successivi lavori, esaurendo la spinta iniziale e rimanendo a secco di creativita' e potenza. Questo non e' proprio il caso dei Kappa Kappa Kappa, il cui ultimo album segna, a mio avviso, un notevole passo avanti rispetto alle precedenti prove della band brianzola. Necrorologio, uscito nell'autunno del 2010, e' infatti il quarto album dei Kappa Kappa Kappa dopo l'esordio del 2006 Non C'e' Spazio Per Me, ristampato con l'aggiunta di due nuovi pezzi Non C'e' Spazio Per Me 2 - Limited Version For Japanese Sushi Bar nel 2008 ed il terzo Ti Regalo Il Mio Odio migliore. Dopo vari cambiamenti di formazione, la band si presenta con una line up a tre ben affiatata e consolidata (Daniele - chitarra e voce, Alessandro - basso e voce, Lorenzo - batteria e voce).
I tre brianzoli riversano la loro ironia, la loro semplice voglia di divertirsi, la loro rabbia e il loro odio verso tutta lo schifo che c'e' in giro in questo disco dal molteplice e variegato sound e dal forte impatto sonoro. Si passa infatti, pezzo dopo pezzo, dal punk hardcore veloce e tirato di "Il Tuo Inferno" e "Non Ti Voglio Piu'" al grindcore malato di "Cosa Parlo A Fare?" passando per il blues scanzonato di "Se Per L'Omicidio Non Ci Fosse Castigo" e l'hc melodico di "Una Canzone Per Sempre". Questa volta pero' il disco non viene introdotto da qualche divertente citazione da I Simpson ma poco importa, infatti ad aprire le danze ci pensa un ottimo riff di chitarra sotto i potenti colpi della batteria.
"Spazi Vuoti" e' il primo pezzo dei 14 brani che compongono Necrorologio, un album che si presenta gia' al primo ascolto ricco di creativita' e originalita'. Nella opener la sezione ritmica picchia giu' duro prima di lanciarsi in un finale dalle ottime ripartente e dalla forte espressivita', "Sono sicuro che esiste un posto lontano dove capire chi sono e non cercarti invano, mille risposte a troppe domande".
La successiva title track si fa piu' cattiva e violenta, dopo il break il basso si fionda in un sincopato assolo mentre la chitarra tagliente di Daniele precede l'eloquente ed emblematico epilogo "L'orologio continua a battere, voi ogni secondo continuate a morire". Un sottile arpeggio di chitarra apre e accompagna "Cento Vite Fa", a mio avviso uno dei migliori pezzi dell'intero disco. La canzone e' molto coinvolgente e ben strutturata, le urla si rincorrono in un alternarsi di chitarre taglienti e un drumming serrato.
Il lato piu' melodico dei Nostri si evidenzia, nella gia' citata, "Una Canzone Per Sempre", pezzo veloce di stampo punk rock dove la voce pulita si fonde bene con il sound della band. Le linee di chitarra sono davvero migliorate rispetto ai dischi precedenti, in ogni pezzo si sviluppano riff potenti e aggressivi; non sono i soliti quattro accordi e le capacita' musicali di ogni componente sono evidenti in ogni episodio di Necrorologio.
L'intro di "Non Rinnego Un Secondo" ricorda un po' il riffing di Tom Morello (chitarrista dei Rage Against The Machine), mentre in mezzo al pezzo i tre giovani non si smentiscono e infilano un simpatico intermezzo musicale alla "Chemical Warfare" dei Dead Kennedys e "Tavor Valium Seranese" dei CCCP.
Le legnate pero' riprendono alla grande, "Il Tuo Inferno" e' una mina hc fatta esplodere da una potente e precisa batteria. Altra mazzata e' "Non Ti Voglio Piu'", anche qui cantato eccezionale e bei cori finali, supportati dal delirio musicale dei tre baldi giovani.
Attenzione perche' dopo "Non Ti Voglio Piu'" si arriva ad un altro punto molto alto dell'intero cd: "Ken Il Guerriero". Si, proprio la cover della sigla dell'anime giapponese. Palm muting forsennato ed i colpi sferrati da Lorenzo alle pelli della fedele batteria conducono una calvata senza tregua a cui da voce il buon Daniele. Il pezzo e' un crescendo di emozioni e nessuno puo' restare impassibile all'epico ritornello "Ken sei tu fantastico guerriero, sceso come un fulmine dal cielo". Un tuffo al cuore per giovani e meno giovani che ricordano questo pezzo di storia dell'animazione giapponese.
E' evidente come la band sia estremamente affiatata e consapevole delle proprie capacita', e via all'ennesimo divertente momento targato Kappa Kappa Kappa con lo ska finale nel penultimo pezzo "Gioventu' Bruciata" e un'altra ottima prova di Alessandro al basso. "Gioventu' bruciata questo siamo noi, un'anima malata che non guarisce mai". Oltre a sferrare colpi a ripetizioni, la band migliora anche dal punto di vista del songwriting e dei testi. Si nota infatti una certa maturita' nelle liriche di Necrorologio, i testi affrontano diversi temi e rimane presente la solita ilarita', l'umorismo nero e la sana rabbia che la band porta avanti sin da Non C'e' Spazio Per Me.
Quindi il consiglio finale e' di ascoltare questo gran bel dischetto, di approfondire i precenti album e andare a vederli dal vivo.
Attenzione pero' che i Kappa Kappa Kappa puzzano di merda e potreste vomitare.
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