E' un qualcosa di veramente diverso, di fresco. Di grandioso. Senza esagerazioni. C'e' piu' attitudine, piu' poesia e piu' allucinazione in queste 5 tracce di quanto non ce ne sia in montagne e montagne di rumore che mi hanno attraversato la testa.
C'e' molta melodia, ma che nessuno si permetta di giocare a fare il purista che si riempie la bocca di "come dovrebbe essere", perche risulterebbe solo pietosamente cieco.
C'e' la tecnica, non certo sovrumani virtuosismi ma solo e soltanto semplice e limpida bravura nel suonare. Un suono pieno ed articolato, completo, piu' onirico che potente. In una parola: perfetto. Non c'e' un attimo in cui il disco scada nel banale o nello scarso. Non c'e' una nota che mi verrebbe in mente di cambiare.
Appena attacca "In altre sere come questa" si viene trasportati in un ambiente strano, impalpabile, che sa sia di passato che di odierno, sia di nostalgia che di hardcore. E sara' che spesso mi sento gia' vecchio e lacerato a vent'anni o che ho la vana speranza di invecchiare come questi Kina, con una montagna di esperienze e di immagini da raccontare, fatto sta che "altre sere" mi prende proprio alle viscere. E' come se avessi sempre cercato qualcosa di simile, senza saperlo. Probabilmente e' la traccia migliore dell'album, la piu' completa sia musicalmente che a livello di testo, con una vena di cantautorato che ritornera' nel corso del disco ma che qui si fa sentire con piu' forza. Potrei citarne alcuni pezzi ma non saprei quali scegliere e non credo renderebbe giustizia al quadro nel suo complesso.
Il resto dell'album non si discosta molto dalla linea presa dal primo brano. Un po' cantautorale, molto personale, molta atmosfera, molto colore.
E' un album leggero, decisamente non hardcore, ma i simboli, il suono, lo scorrere dei pezzi, sono gli stessi del genere da cui nascono questi Frontiera.
Tornando alle canzoni, "Col Tempo Perso" e' un altro pezzo dall'andazzo malinconico, un po' piu' tirato degli altri, che parla di cio' che e' stato, di cio' che e' passato e di cio' che forse potrebbe aver lasciato il segno. ("Ognuno sa quando e' tempo di andare/io sono troppo stupido e non l'ho mai capito")
"Deve Scaldare" e "Parlare Con Se Stessi" sono piu' personali, introspettivi, anche se sempre distintamente velati di ricordi e vita vissuta. Testi chiari, brevi e semplici, ma comunque ricchi di sfaccettature di difficile comprensione. ("Se guardo non sono cambiato/in fondo conto i miei giorni da poco/E guardo il sole/son certo che/deve scaldare") ("Parlare con se stessi/guardandosi allo specchio/impugnare alta l'anima/di una lotta senza fine/Parlare con se stessi/dei molti fallimenti/come pazzi che non sono piu' malati/ma nemmeno perdonati")
Il disco si chiude con "Omp Sul Confin", scritta e cantata da un elemento esterno al gruppo (il cantautore friulano Fabiano Riz), in una lingua a me incomprensibile che credo sia un qualche genere di dialetto del nord. Un ultimo brano decisamente atipico, molto molto blues, che permette ancora una volta al gruppo di dar prova delle proprie doti musicali.
Alcune parole vanno spese anche per l'artwork: davvero curato ed originale, in piena armonia con le immagini trasmesse dalla musica.
In conclusione, "Sulle Impronte Dei Giganti" e' un qualcosa d'ipnotico: pochi e semplici elementi che pero' sono capaci di farti innamorare al primo ascolto e di trascinarti nel loro strano mondo.
Quindi, vi prego Frontiera, 5 pezzi sono pochi, ne voglio degli altri, vi prego, ve li pago quanto volete, ne ho bisogno, ci sono rimasto sotto!
sberla54

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.NOTA.
[Ci tengo a farvi leggere queste righe, che sono stampate all'interno del booklet del cd, perche' credo siano di giusto complemento al disco]
Fonte: https://www.smartzrecords.org/news/default.asp
Esattamente 20 anni fa, nel 1986, usciva l'LP dei Kina "Cercando". Un disco triste per tanti motivi, non ultimo la situazione che si viveva in Italia in quel periodo. La stessa scena punk hardcore aveva mostrato tutta la sua fragilita' perdendo buona parte della carica che l'aveva contraddistinta negli anni precedenti. Tutto questo aleggiava nei testi e nei suoni di quel disco.
Ad inizio ottobre, partimmo per un tour che ci avrebbe portato in giro per l'Europa per oltre due mesi e mezzo.
Durante quel bellissimo giro abbiamo conosciuto una dimensione del punk abbastanza diversa da quella che avevamo lasciato a casa, incontrammo persone veramente in gamba, entusiasmo e molta simpatia nei nostri confronti. Gente che letteralmente si spaccava di lavoro per la scena, per i gruppi, per difendere gli Jugend Zentrum dalla polizia e dai nazi. Nelle case dei nostri amici spopolavano "Can i say" dei Dag Nasty, "I against I" dei Bad Brains, "Burning in water" dei moving Target, "New wind" dei 7 Seconds, "New day rising" degli Husker Du, ma anche Negazione, CCM, Peggio Punx e naturalmente Kina. Capimmo che, malgrado tutto quello che succedeva "giu' da noi in Italia", la scena stava cambiando ma era piu' che mai viva. Anche noi avevamo bisogno di continuare a vivere, un disperato bisogno.
In questi anni con i Frontiera ho trovato tante cose tristi in comune con quel periodo. Non le elenco, chi frequenta la scena ha benissimo la situazione davanti agli occhi, ma allo stesso tempo, malgrado sfighe e desolazione vedo che e' possibile trovare ancora entusiasmo e persone che si stanno sbattendo come matti.
A volte guardare dietro e dentro noi puo' farci riflettere su tante cose, per esempio su quello che ci piace ascoltare e suonare. Capita di cercare un momento di serenita' ascoltando qualche canzone che ricordi momenti migliori, no? I gruppi che ho citato e le situazioni incontrate sono stati importanti per me (non sono certamente gli unici) e forse e' proprio a loro e a "quel" periodo carico di emozioni per le cose che si facevano, che noi frontiera abbiamo sempre guardato nei nostri progetti. Giganti che hanno lasciato dell impronte indelebili in noi. Non sono facili da seguire, ma noi siamo fortunati perche' li abbiamo conosciuti "di prima mano". Come dice Antonello di Rumble Fish, siamo malati gravi, cronici, per cui e' difficile smettere e chiamarsi fuori. Per noi la "guarigione" sembra ormai preclusa. Certo, non siamo più dei ragazzini che vivono con la testa piena di ideali tra le nuvole, ma probabilmente ha ragione; siamo uomini sul confine e quello che ci frega sempre e' lei: quella stupida, banale, ignobile, travolgente forza del sogno...troppo bastarda!
Sergio (batteria, voce)
Aosta, 03 Settembre 2006

.PER L'ACQUISTO.
SmartRecords.org Mailorder - 6 Euro

.BIOGRAFIA.
https://www.frontiera-kina.org/frontiera/bio.html
Chi ha seguito la musica punk-hardcore negli anni 80 e 90 si e' sicuramente imbattuto nei Kina: 15 anni di attivita', migliaia di concerti in tutta Europa, 6 LP/CD, vari singles e innumerevoli partecipazioni a compilations.
Nell'estate 1997 i Kina si sciolgono.
I Frontiera sono la naturale prosecuzione di quel percorso. Attivi dal 97, hanno alle spalle alcune centinaia di concerti in tutta Italia e in Europa (Francia, Svizzera, Germania, Slovenia, Rep. Ceca, Polonia) ed una consistente discografia. Nei Frontiera l'influenza dei Kina e' sempre molto presente, anche se la struttura armonica e melodica della loro musica e' decisamente più elaborata, molto coinvolgente dal punto di vista emotivo e piu' vicina a sonorita' rock e indie.
"Sappiate comunque che l'hardcore e' stato il grande amore della nostra vita, un amore sincero, generoso, sviscerato ed immenso, ma come spesso accade non e' stato l'unico. Ascoltateci ed amateci per quello che siamo ora".

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Wikipedia Frontiera: https://it.wikipedia.org/wiki/Frontiera_(gruppo_musicale)
Wikipedia Kina: https://it.wikipedia.org/wiki/Kina