Nonostante i miei pessimi rapporti con i calendari, ogni anno verso la fine di Novembre stilo una classifica delle migliori uscite discografiche del suddetto anno in corso.
Secondo il mio personalissimo giudizio il trofeo 2011 ha un solo e indiscutibile primo classificato e zero ex aequo: Livore - Allevatori Di Morte.
Uscito dopo una breve ma promettente demo, Allevatori Di Morte e' il primo LP della band abruzziale, gia' perche' i 5 membri sono un A24 connection attiva tra Lazio ed entroterra abruzzese. Ma oltre che attivo sull'autostrada since 2009, il gruppo e' geneticamente imparentato con un progetto musicale noto agli annali di punk4free come Mascons, dalla cui costola nacquero altri fenomenali e noti gruppi quali Golden Violence, Lyon Estates, Ban This!, Rise From The Agony. Chi e' assiduo lettore / frequentatore del sito ben ricordera'.
Prima dell'uscita dell'album una serie di importanti live li ha visti impegnati su vari palchi, e non so se per scelta o casualita' / esigenze, tale e' che quest'attitudine ha ricreato un'atmosfera antica e affatto anacronistica.
Il suonare dal vivo, farsi conoscere per le tematiche e i suoni e' venuto prima di una qualsiasi ovvia e necessaria pubblicazione.
Ho sempre creduto nel potere de il live prima di tutto, e all'interesse e passionale curiosita' che ne derivava.
Quella suggerita dai Livore e' una spietata percezione della realta' che si scontra con la loro personale e ideale concezione di essa.
E' un album originale, contenuto in un silente ma molto eloquace artwork, le cui 9 tracce sono intessute di grande forza e spirito, e che riassumono, in una mai noiosa musicalita', esperienze, disavventure, credo.
E' il loro un percorso che diariamente si nutre del vivere il mondo parallelo e invisibile ai piu' ciechi, ma indubbiamente vero e cioe' quello dell'autogestione e autorganizzazione.
E' il loro un mondo pregno di attenzione all'effettivita' delle cause e conseguenze, degli eventi e della storia. Non sono solo tracce ma spaccati umani e reali che attraversano questioni sempre attuali: antifascismo militante, privazione della liberta', animalismo, e nuove schiavitu'.
La noia dell'hc attuale, troppo infognato nell'estetica civettuola e palestrata, per nulla tematica, restituisce con i Livore giustizia a un genere troppo ampio per essere confinato alla fossile ipocrisia della scena.
La cadenza hc fa da starter a un mix istrionico di sfumature dove, come in un ascendenza piramidale, sovrana regna una magnetica e graffiante voce femminile.
La poetica stesura dei testi prende corpo e quando la narrazione si fa fiammante ecco che una guida quasi spirituale ci restituisce frammenti, fotografie e verita'.
"Grida il tuo nome per non morire dentro."
Troppo coinvolgente per restarne indenni.
Una menzione speciale la riservo per "Immota Manent", traccia dedicata allo scempio della denudata citta' de l'Aquila.
Non e' solo per me una questione affettiva ma mi rattrista profondamente la veridicita' e inconfutabilita' di tale appellativo. 3 anni son passati e nulla e' cambiato: "soliti interessi guidano tutto".
Confido per questo nella capacita' e testimonianza di gruppi come i Livore, i quali con il loro messaggio s'impegnano concretamente a mantenere attive e vigili le menti, respingendo le anomale onde che oggi piu' di sempre tentano di annegarci.
E' importante e va ribadito sempre come in uno stato di privazione mentale sia proverbiale e profetico un lavoro creativo.
Prima di congedarmi, vi ricordo che i Livore saranno presenti il prossimo 21 Gennaio al concerto per i 20 anni di occupazione di Torre Maura qui a Roma.
Non mancate l'evento e soprattutto non mancate i Livore in una location cosi' storica e piacevole.
Saluti speciali ai miei conterranei, e a risentirci, si spera, prima del mio funerale!
Cheers!
Viky
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