Ora, per mia personale ignoranza, scopro solo adesso l'esistenza di questo sottogenere, post black metal per l'appunto, che viene definito come "una forma rinnovata del black metal tradizionale attraverso l'incorporazione di influenze da parte di altri generi musicali". Semplificando l'etichetta proposta il genere in questo specifico caso appare un connubio di attitudine hardcore mista a sonorita' cupe e sporadici tecnicismi black metal, non mancano brevi digressioni verso il crust e grindcore soprattutto nelle parti di voce gutturale. Nati nel 2019 dalle menti di Alessio (voce) e Gabriel (chitarra) nell'arco di poco tempo arruolano Ruben (basso) e Alessandro (batteria) e tra difficolta' e turbolenze finalmente nel 2021 rilasciano questo omonimo Ep, subito dopo Alessandro lascia il progetto prontamente sostituito da Gabriele.
I cinque brani registrati al 16th Cellar Studio e racchiusi in una grafica essenziale ma curata elaborata da Lurido risultano subito di buona fattura, sia nella registrazione che nella tecnica. Suoni tetri e oscuri accompagnati da testi intimisti e profondi mai banali, critica sociale e rabbia li fanno da padroni seppur alle volte di difficile comprensione, per nostra fortuna arrivano in soccorso i testi opportunatamente trascritti sul loro bandcamp.
Molto interessante il concetto che sta dietro la band ed il disco espresso dai Kleptocrazia con queste parole: "Quello che vogliamo trasmettere tramite i nostri suoni e i nostri testi e' l'alienazione individuale ed emotiva del vivere nella societa' odierna, tra input sclerotici e cultura della merce che corrompe ogni rapporto, fino a far perdere malsanamente la delineazione tra singolo e ambiente, ma anche ricordandoci positivamente che noi siamo il mondo che ci circonda e la cura dell'ambiente reale e sociale e' anche cura di noi stessi, infatti il nostro logo e' un unione tra la runa hagalaz nella parte superiore, che rappresenta la crisi interiore e l'introspettivita, e il simbolo aristotelico della terra nella parte inferiore, che appunto simboleggia l'ambiente circostante."
Nel complesso l'Ep seppur cupo e dai suoni pesanti e' piu' che godibile, tutte le componenti in gioco risultano ben amalgamate e di buona qualita' e il cantanto si fa apprezzare per espressivita'. Ovviamente le sonorita' non sono nuove ma neppure scontate e ripetitive anche grazie alla miscela del genere che attraversa sentieri battuti si' ma non trafficati come una tangenziale.
Esordio che fa ben sperare nel seguito gia' in lavorazione, i Kleptocrazia meritano attenzione soprattutto da chi ama sonorita' ad i limiti della claustrofobia.
Joel

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