L'apertura affidata a "Tracing Circles" pompa gia' da subito sui suoni bassi e denota tempi abbastanza lenti ma preparatori; dico preparatori perche' verso la fine si inizia a sentire il vero power violence con la sua percussione grindcore piu' cazzuta.
Il rullante infatti picchia per tutta la durata di "Stratified" senza interruzione, per poi tornare su tempi piu' normali in "Scavengers". Ma tranquilli, e' tutta un'illusione. Gia' a metà di "Stillborn" la pazzia feroce di questi tre ragazzi trentini prende il sopravvento, regalando sprazzi di psichiatria intensiva generati dietro le pelli di quel folle del batterista. Per non parlare poi della voce squarciata del cantante, gia' sentita ma comunque davvero bella, feroce e tagliente, il massimo per questo genere che e' un po' di nicchia nella scena.
"Medea", ultima traccia dell'Ep, svela la sua componente grind che comunque fa pensare troppo al black metal norvegese di stampo Darkthrone, e rende il pezzo davvero strano. Per il resto la registrazione e' pulitissima, a parte gli overdrive della chitarra presenti ovunque volutamente. Rimango dell'idea pero' che il miglior brano rimane "Scavengers", per la sua semplicita' e ripetitivita' geniali.
C'e' da dire che questi ragazzi hanno il coltello dalla parte del manico quando si mettono a fare power violence, e l'unica ragione e' la loro fottuta pazzia nel creare certi stacchi micidiali di blasting dal nulla.
Da sentire e scaricare sicuramente pancacci miei, nonostante il lavoro non superi i dieci minuti scarsi di durata. Oi!
fabio HC

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