Dico questo perche' il quartetto torinese sfoggia fin da subito la sua attitudine al rock'n roll piu' esagerato mista ad una percussivita' hardcore/metal mica da ridere, che non risparmierebbe di certo nessun temerario che pensi di buttarsi sotto palco durante i loro live.
Gia' con l'opener "Lung Cancer" si sente la chitarra straveloce e super abrasiva, semplice e ondeggiante, ricca di picoli spunti solistici che impregna ancor piu' di metal tutto il brano ma anche tutto il lavoro in generale. La voce sembra semi-filtrata, e questo particolare conferisce la miglior potenza al sound dei torinesi, non rendendolo banale ed imprimendo una sana dose di industrial sporco.
A proposito di industrial, "Kill The Dealer" sembra la traccia che le batte tutte, dove la chitarra mostra una delle piu' sporche distorsioni mai sentite in quel genere. I riffs sono tipici del genere elettronico, anche se qui di elettronico non troviamo un cazzo ma comunque quel sottofondo di vecchia industria c'e' sempre. I refrain sono accattivanti, semplici da imprimere in testa fin dal primo ascolto, con i pezzi solistici di chitarra che fanno impazzire l'ascoltatore con la loro altezza e fastidiosita'. "Kill The Dealer" e' certamente il brano migliore del disco.
Quello che piu' mi ha colpito dei quattro ragazzi in questione (oltre alla musica) e' la loro attitudine al vero principio del rock'n roll, fatto di abuso di droghe ed alcool, sesso e distruzione, come Allin insegnava, e come tantissimi gruppi nella storia hanno dimostrato.
Qua pero' c'e' una rivoluzione rispetto a quello che oggi si intende per rock'n roll e credo si sia un po' perso dal passato; e questo disco e' la rivoluzione spiegata chiaramente grazie a questo misto hardcore/metal da far impallidire chiunque.
Niente di scontato, tutto da ascoltare. Chi non scarica non ama il rock'n roll. Oi!
fabio HC
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