Dopo due album autoprodotti (Primo Sangue e Il Belpaese Attacca: La Cittadinanza Tace) uno split a quattro mani (xThrashcorexFamilyx) e partecipazioni in diverse compilation, i giovani lucchesi approdano meritatamente alla Slaughterhouse Records neonata divisione della Swamp Label che si occupa di musica piu' estrema.
Le atmosfere cupe e furiose contenute nel disco vinilico one sided sono suggerite gia' dall'eloquente titolo Il Giorno Che Siamo Tutti Morti, oltre che dalla grafica di copertina tratta dal dipinto Saturno Che Divora I Suoi Figli di Francisco Goya. Il contenuto musicale del quartetto non si discosta particolarmente dalle vecchie produzioni, ovvero un malato thrashcore contaminato abilmente dal grindcore e perche' no da una sana dose di power violence, il tutto cantato esclusivamente in italiano cosa assai rara (nda. ed apprezzata) nel genere!
Quel che piu' si nota nell'ascolto e' un miglioramento sostanziale nella registrazione (effettuata allo Studio Emme) e nella fase di mixaggio (presso il Toxic Basement Studio) grazie anche all'apporto dell'etichetta e, soprattutto, al notevole miglioramento tecnico della band.
I dieci pezzi, tra cui la cover nientepopodimeno che di Fred Buscaglione gia' apparsa nella compilation Here Is The Unity, sono un concentrato esplosivo di mazzate dirette nelle gengive dell'ascoltatore, i cui ingredienti sono: un urlato disumano a limite, ed a volte anche oltre, del growl, chitarra che spara riffoni capaci di crea un effetto equiparabile ad un M60 stile film di Rambo ed una sezione ritmica connotata da un basso distorto ed una batteria indomabile.
Le tracce scorron via senza respiro, a parte qualche inserto tratto da pellicole riconoscibili solo dal piu' esperto cinefilo, e tra le cui fila spiccano senza dubbio l'apri pista "Fame" che ci riassume in poco piu' di due minuti e mezzo quel che ci aspetta nel resto del disco e dalle tematiche pessimistiche; la rabbiosa "Meta' Strada"; la titletrack probabilmente la canzone piu' indemoniata e riuscita del lotto e, infine, "Paura E Rumore".
Le note nolenti probabilmente per molti puristi dell'harcore sono riscontrabili nella pesantezza dei suoni e la ripetivita' delle scelte stilistiche ma queste sono anche le caratteristiche che ho sempre apprezzato nei Nido Di Vespe. Se poi teniamo in considerazione il fatto che anche nelle esibizioni live il gruppo riesce a trasmettere la medesima forza d'urto devastante, il risultato finale del disco non puo' che assumere maggiore valore.
Insomma Il Giorno Che Siamo Tutti Morti e' un altro gran bel passo in avanti nel percoso di maturita' dei Nido Di Vespe, un altro importante tassello nella crescita musicale e tecnica. Touche'!
Joel

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