Mi sono preso un po' di tempo prima di recensire il secondo disco (dopo due demo) dei sardi Inarrestabili, il primo su etichetta straniera (la spagnola Gaser Discos) e registrato nel continente (Cellar Door di Milano): un po' per motivi contingenti (il terremoto dove abito si e' sentito e bene) e un po' per ascoltarlo e riascoltarlo, per capirlo bene.
Il loro disco infatti mi ha posto davanti al fatto compiuto che punk rock nei duemila vuol dire anche suoni patinati, melodie quasi pop e una canonizzazione degli standard del genere...ci ho messo del tempo per digerire e capire. Evoluzione consta di 12 pezzi ineccepibili, punk rock ben suonato e ben prodotto, i riff ben memorizzabili, un cantato gradevole e arrabbiato al punto giusto, ritornelli armonici e grossi, testi che analizzano la nostra societa' sempre piu' apatica e corrotta non lasciandosi andare alla critica distruttiva ma incitando ognuno di noi a rialzarsi ribellarsi e combattere...ma a me non piace perche' sembra la copia in minore dei dischi di gruppi che salivano alla ribalta nei 90 e che oggi sono giustamente incensati (Derozer, Punkreas, scena di Las-pezia, Impossibili, Peter Punk, ecc.) come prime-mover del punk rock nazionale.
Mi spiego meglio: gli Inarrestabili confezionano canzoni che a mio parere si rifanno troppo fedelmente a gruppi sopra citati confondendosi nel mare magnum dei gruppi del genere senza lasciare una traccia originale o provare varianti differenti. I nostri hanno gia' aperto per molti gruppi conosciuti come Duracel, eccetera, gente che pur rimanendo con entrambi i piedi nel punk rock sono dove sono perche' immediatamente riconoscibili: questi ragazzi devono trovare la loro strada.
Nel dettaglio a me non sono piaciute ad esempio le parti ritmiche, troppo uguali da un pezzo all'altro e con poca inventiva (le possibilita' ci sono, pensiamo a gruppi come Leeches, Guerrieri, gli stessi Derozer) cosi' come i riff iniziali, ben memorizzabili sicuramente ma altrettanto sicuramente derivativi. Ottimo invece il lavoro di basso e batteria a spingere pezzi ben strutturati (ma troppo uguali l'uno all'altro).
Per il cantato un discorso a parte: personalmente preferisco i cori veri anche poco intonati e meno artifici da studio (posso anche sbagliarmi su questo dettaglio, se volete correggetemi) ma nel complesso e' buono; le linee melodiche mi sembrano soft, nulla toglie che siano belle e memorizzabili...e' il punk rock del duemila, ma sono comunque derivative.
Non c'e', a mio parere, un pezzo che si stagli sopra gli altri: Evoluzione e' un disco compatto da ascoltare, nella tradizione del genere, tutto d'un fiato (forse l'ultimo, "Jesse James", e' un filo sotto gli altri come qualita'); io l'ho fatto tante e tante volte senza pero' che mi rimanesse un granche' al di fuori della sensazione di incompiuto ed incompleto.
In conclusione gli Inarrestabili, secondo me, devono lavorare per arricchire il loro suono gia' di per se' buono e cercare una loro strada, vi auguro di suonare tantissimo dal vivo e di arrivare presto ad una vostra definitiva Evoluzione!
ilguardone
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