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HeraH - [2010] Genuinita' Hardcore 09-10
HeraH - [2010] Genuinita' Hardcore 09-10
01 - Logica Disillusione
02 - Morgana
03 - Numeri Sparsi
04 - Cicatrici Morte
05 - Disinteresse
06 - Rinnego
07 - Pre
08 - Hitaliauno
09 - Stato Di Agitazione
10 - Hollandia
11 - Molotov
12 - Ombra Parassita
"La musica e' hardcore, un libero sfogo che non puo' essere espresso in una lingua diversa dall'italiano, perche' le nostre canzoni sono il frutto del contesto che ci circonda qui in Italia".
E' cosi' che gli stessi HeraH si auto descrivono, focalizzando subito il pilastro portante della loro musica, cio' che e' al contempo fonte di odio e di ispirazione: l'Italia e il disagio di viverci dentro. Un'Italia che fa da mamma anche alla band, nata nel Maggio del 2009 a Bologna dall'incontro della batteria di Gael, del basso di Pusa, della chitarra di Alessandro e delle loro tre non troppo angeliche voci; incontro poi sigillato nel 2009/2010 con la registrazione del demo. I successivi anni sono stati riempiti da svariati concerti dal nord al sud della pocanzi citata mamma, da Ancona a Caserta.
Ma gli HeraH hanno altro dissenso da vomitare, necessita' a cui sopperiscono in Genuinita' Hardcore 09-10, album di 12 tracce da ascoltare tutto ad un fiato, a cominciare da "Logica Disillusione", dedicata a chi non vuol vedere piu' in la' del proprio naso e alla sua -non tanto beata- ignoranza e procedendo con pezzi caratterizzati da una meticolosita' tecnica e uno stile che, ahime', a tratti avvicinano gli HeraH piu' al metal che al punk hc.
Particolare degno di nota e' la citazione di George Orwell nel suo romanzo piu' famoso, 1984, inserita nella settima traccia "Pre": "Liberta' e' la liberta' di dire che 2+2 fa 4. Garantito cio', tutto il resto ne consegue naturalmente", un rimando che serve senza dubbio da monito ai potenti che ancora oggi come ieri, alterano la realta' pur di soggiogare le masse, calpestando il diritto alla pura, semplice e tersa verita', che puo' essere espressa anche con la collera e il rancore che contraddistingue gli HeraH.
La polemica verso la situazione attuale tocca anche la successiva "Hitaliauno" con cui, dopo la breve e calma stasi di "Pre" (chiamiamola cosi') si ritorna ai veloci riff di chitarra e alle critiche strepitate con rabbia e frustrazione.
In conclusione, tanto per finire come si inizia, riprendo ancora una volta le parole degli stessi HeraH: "Per vostra sfortuna non siamo morti. Forse un giorno torneremo, per adesso andate pure tutti a fare in culo". Beh, di tornare, son tornati...adesso tocca a noi, quindi...a fanculo gente!
krizia
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