La Tempesta in 11' netti presenta appena tre brani spigolosi arricchiti da riffoni e assoli che alternano ritmi incalzanti a parti piu' lente dove le sonorita' si fan opprimenti. Ne e' un chiaro esempio l'incalzante title track, una traccia lunga ma al suo interno parecchio varia dove la fan da padrone la sezione ritmica martellante e l'urlato disperato di Nima.
Il tempo di girare il disco sul piatto e parte "Naqba", traccia carica di angoscia e dolore con tematiche riguardanti la questione palestinese e l'occupazione di quelle terre con conseguenze esodo dei popolo arabo. Qui la breve introduzione cadenzata lascia spazio molto presto a sonorita' velocissime e violente il tutto arricchito da assoli, a tratti forse un po' eccessivi per gli amanti del punk hardcore piu' classico.
Chiude "Il Mare" che prosegue sulle tematiche proposte nella traccia precedente creando una sorta di concept, ad ogni modo e' il pezzo piu' breve dei tre proposto ma anche il piu' convincente.
In conclusione, senza distaccarsi dai lavori precedenti, La Tempesta prosegue nelle sonorita' e nel percorso gia' intrapreso da anni dai Self Justice con un dischetto vinilico breve e meritevole di esser ascoltato.
Joel

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