Il quartetto dopo l'ennesimo cambio di line-up si presenta piu' affiatato che mai con Marco alla voce, Tristan ed Emme rispettivamente alle sei e quattro corde e Ste dietro le pelli, riproponendo quel loro sound ben miscelato tra vecchio hardcore di scuola italica e suoni piu' moderni di matrice new yorkese.
Il suono e' risaltato nell'ormai solidissimma tecnica e dalla produzione, ancora una volta affidata ad Ale Caneva del Mobsound che, come in passato, ha svolto un lavoro magistrale innescando al meglio la potenza deflagrante dei My Own Voice.
Ancora una volta nulla e' lasciato al caso ed infatti anche dal punto di vista grafico l'Ep risulta accattivante almeno quanto A Perpetual State Of Revolution arricchito, pero', dal fatto che il disco oltre ad esser uscito su supporto digitale e' anche disponibile in un bel vinile 12" ("vintage is cool" cit. dal booklet), il tutto seguendo le ormai collaudate logiche del d.i.y. e l'aiuto di un manipolo di etichette (Beggar God Records, EVA DIY, Here And Now Records, High Voltage Records, Produzioni Sospette, Rebuild Collective, Rock Out Fascism, Veloci E Furiosi).
Apertura affidata a "Eye For An Eye" che, insieme a "Still Fucking DIY", e' una delle tracce forti del disco. Ambedue presentano la solita violenza e velocita' sonora a cui ci han abituato i My Own Voice arricchita, com'e', da riffoni massicci, sezione ritmica precisissima e di grande impatto e l'intensissima voce urlata accompagnata dai soliti godevoli cori. Questo non significa che l'incalzante "Human Race" e "Choices" sian da meno.
Non ho appositamente citato i due pezzi che chiudono i rispettivi lati del vinile, ovvero "Basta" e "Siamo Tutti Antifascisti" entrambi cantati in italiano.
Queste due tracce a differenza dei tentativi del passato, ovvero "Polveri Sottili" e "Peana" (apparsi in De Ira e A Perpetual State Of Revolution), son convincenti dall'inizio alla fine. Se nei precedenti esperimenti, non si discute sulla solita potenza sonora della band, meno dissuadevano i testi e l'adattamento della voce, in questi due casi il tutto si apprezza appieno sia per la buona prova vocale che, soprattutto, per i testi e le tematiche davvero sorprendenti.
I temi poi appaiono azzeccatissimi andando a toccare sulle corde giuste quali la frammentazione della scena hardcore per futili motivi ("Basta") e la lotta antifascista (nda. indovinate il titolo). Chapeau!
Poco da aggiungere, procuratevi Songs For The Mutiny a questo giro i My Own Voice han raggiunto la perfezione.
Joel

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