C'e' subito da dire che il disco, seppur scorrevole, presenta le caratteristiche di quel metalcore che va tanto in voga in giro per il continente europeo e la band, oltre ad un'indiscutibile tecnica, si porta dietro una carica di tamarraggine fin troppo smisurata.
Le nove tracce son state registrate nel Dicembre presso Wrecords Studios e vedono la luce nel Febbraio, sicuramente nulla da eccepire nel lavoro di produzione che ci restituisce un prodotto potente ed accattivante. Il quintetto formato da Francisco alla voce, Pedro e Filipe alle chitarre, Sassi al basso (anche se da poco la band ne ha visto la dipartita) e Ivan alla batteria utilizza semplici ingredienti per la loro musica, sfoderando circa 20' di riff metallici e breakdown beceri, voce che propone parti urlate che ogni tanto vengon spezzate da growlettini (nda. passattemi il termine) o corposi cori.
Il tutto e' ben fatto purtroppo pero' poche, se non inesistenti, sono le soluzioni alternative a cui i Dear Watson fanno riferimento risultando, pertanto, piatti e ripetitivi. Certo che visto il genere lo spazio di manovra non e' molto ampio!
Insomma un debutto senza sussulti per i portoghesi Dear Watson, consigliato agli amanti del metalcore in ogni sua minima variante. Per tutti gli altri un ascolto non troppo interessante.
Joel

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