Cado, batto la testa, tento di rialzarmi, le gambe non mi reggono e per fortuna Alessandra mi intercetta subito ed evita che cada una seconda volta. Le ore dopo le passo con del ghiaccio sulla testa dolorante, noncurante di tutto cio' che accade attorno a me. Ho appena sbattuto la testa e per una volta ho una buona scusa per assentarmi dal mondo.
Il caldo c'e' e' innegabile, ma girare in costume allevia la sofferenza. I giorni che precedono il Rozz quest'anno mancano del febbrile corri-corri dell'edizione precedente e a dirla tutta sento parecchio la mancanza della suddetta atmosfera. In compenso le ore scorrono in maniera piu' rilassata, non c'e' nessuna ragione di agitarsi: tutto e' stato preparato per tempo. I pranzi, le cene, la posizione del bar, ogni cosa e' gia' stata pensata e aspetta solo di essere messa in atto.
Alla sera il cortile della Foresta si riempie sempre; gente che viene, gente che va, chi passa per un saluto, chi resta per cena. Io passo il tempo aiutando per quel che posso, leggendo e giocando con i cuccioletti.
Nel frattempo in Masseria e' arrivato anche Stefano che, oltre a stupire tutti con le grandi quantita' di cocomero e melone che in grado di ingurgitare, mette in circolo dei bastardi giochini in metallo che rubano interi pomeriggi, se non giornate. Proprio durante una di queste sessioni di trans estrema dovuta alla risoluzione di uno dei due rompicapi, ecco che spunta dal vialetto una sagoma familiare.
L'accento milanese non lascia dubbi, Jerry e' arrivato. La sua sorpresa non puo' far altro che portare un ulteriore dose di buon umore a tutta la truppa. Oramai manca poco. Domani concerto degli Indigesti e poi vai con il Rozz Fest, il festival piu' fico dell'estate autoprodotta. Eccoci alla vigilia dunque.
Io ho gia' piantato la tenda nel cacatoio. Si', voi che avevate la tenda accanto alla mia sappiate che l'infelice nome con cui appena chiamato la nostra area camping non e' casuale. Mi alzo dal divano tutta inebriata dalle poche ore che mi separano dall'inizio del Rozz. Sento delle voci in cucina, e incuriosita corro a vedere cosa sta accadendo. Mi trovo davanti Pistacchio e Miccia, direttamente arrivati dal Trentino. Abbastanza provati dal viaggio si ristorano con un caffe' e io decido di tornare a dormire.
La mattinata procede tra i preparativi. Jerry, Miccia ed i massari lavorano duro per far si' che ogni cosa funzioni al meglio. Il bar e' quasi completamente montato, il palco e' finito e dulcis in fundo l'aerea ristoro e' provvista di un favoloso impianto di nebulizzazione. L'idea di Mimmo Miro ha davvero reso il tendone del bar un posto con temperature piu' vivibili; unico pericolo per le birre, che potrebbero annacquarsi un poco. Ogni quarto d'ora l'impianto viene messo in funzione e tutti corrono a rinfrescarsi sotto il sistema di nebulizzazione che i Pizzinguilli e Miro stanno attentamente perfezionando.
Giunto mezzogiorno io, Alessandra e Serena ci rechiamo in citta' pronte per l'annuale recupero. La nostra delegazione e' diretta ai Tamburi, uno dei mercati di Taranto. Cerchiamo di accumulare piu' roba possibile, prendiamo ogni cosa ci venga data, purche' sia in condizioni accettabile. Inutile dire che la generosita' dei tarantini si nota sempre. Torniamo in Masseria con un gran bel bottino, tutto rigorosamente donato e salvato dallo spreco. Il pomeriggio i palermitani sono gia' li'. Come al solito i fedelissimi fanno capolino un giorno prima che tutto abbia inizio. Joel & company piu' la brigada degli Always Never Fun portano scompiglio nella gia' incasinata Masseria. Ora e' tutto come deve essere.
Il pomeriggio va avanti tra vari lavori, pulizie e perfezionamenti palco fino a quando giunge l'ora di dirigersi a Massafra per il concerto degli Indigesti. Tra i gruppi spalla Hobophobic e Lacerocontuso. Insomma imperdibile.
Mi avvio con Tarrix, facendoci seguire da Toto' e gli altri, e dopo esserci persi 5 volte, essere entrati in vari cortili di gente sconosciuta giungiamo al posto. Devo ammettere che l'idea di organizzare il concerto nella corte interna di una chiesa sconsacrata e' davvero notevole; l'ambientazione e' davvero fantastica. Scesa dalla macchina noto tante facce amiche del tutto inaspettate: prima tra tutti Demetrio, svariati romani e sicuramente qualcuno che sfugge alla mia inutile memoria.
Entro dentro e mi accorgo di avere una fame davvero notevole. La scelta non e' grande, soprattutto per chi e' vegetariano e un panino con qualche pezzo di verdure grigliate costa troppo. Purtroppo anche l'acqua finira' a meta' concerto, lasciando tutti noi in balia degli spasmi respiratori dovuti alla polvere.
I Lacercontuso aprono il concerto dando inizio alle danze con una bella scossa di energia; a seguirli i Cancer, punk rock dalla Svizzera, una band che purtroppo non mi entusiasma granche'. L'intera folla esplode con gli Hobophobic che come al solito incendiano l'animo di chiunque. Io e Alessandra ci cimentiamo in un appassionato canto di tutte le canzoni, dondolando a destra e a sinistra: si' molto hardcore.
La polvere alzata dal pogo e' tantissima e non riesco a pensare di trascorrere altro tempo in quella carneficina cosi' dopo aver sentito due o tre pezzi degli Indigesti esco fuori a respirare aria vera. Loro li avevo gia' visti a Bologna e come non mi entusiasmarono allora, mi hanno lasciata indifferente anche a Massafra, ma ripeto di essere stata presente solo a 3 pezzi, quindi non prendete sul serio questo mio parere.
Fuori dalla polvere riesco a respirare, scrocco qualche sorso d'acqua e mi godo la calda notte pugliese. Il concerto finisce e la gente inizia a defluire subito dopo la fine degli Indigesti. Fame e stanchezza la fanno da padrone e dopo aver scroccato della focaccia a Carmine decido di tornare in Masseria con Toto' e gli altri, cercando di fare affidamento sul mio senso dell'orientamento. Mossa sbagliata. Ci perdiamo tra le sperdute vie della campagna tarantina, costellata di villette tutte uguali; i Fichissimi che abbiamo scelto come colonna sonora, stemperano la tensione ma il fatto di essere anche a secco di carburante non migliora la situazione. Telefoniamo per chiedere informazioni e finalmente, non so come e perche', raggiungiamo la Masseria. Siamo salvi.
Joel e gli altri palermitani sono seduti attorno a un tavolo a mangiare del melone; nel frattempo un sacco di gente sta arrivando. Un grande esodo da Massafra a Crispiano, tutti pronti a piantare la tenda nel bel mezzo della notte. All'improvviso il telefono squilla. Carlito, Ramona, Fede, Griso e Bosco sono in viaggio. Quest'anno non ne usciremo vivi, lo so gia'.
Come vicini di tenda ho Alma, Miccia e Jerry.

Rozz Fest #6 Dissest Chaos HC Benefit Fest

[Venerdi' 9 Agosto] Gia' Jerry, in realta' durante la notte il nostro carissimo polentone non si e' sentito molto bene e ha deciso di ripartire con grande dispiacere di tutti. La mattina al mio risveglio apprendo la notizia con tristezza. Giusto il tempo di svegliarmi per bene e di mangiare qualcosa e intravedo qualcuno di familiare. Ma e' possibile che quello sia proprio Stefano degli Essere? Cazzo si', e' proprio possibile. Stefano, Luca e Lele hanno deciso all'ultimo di regalarsi questo distruttivo soggiorno tra caldo, musica e DIY.
La squadra emilia romagna ha piazzato la roulotte, e tra una chiacchiera e l'altro giunge l'ora di pranzo. Griso e io mangiamo in silenzio, la pasta con il pesto di zucchine e' favolosa. Nel frattempo l'impianto di nebulizzazione funziona a proprio dovere rinfrescando gli ospiti, spegnendo sigarette e annacquando birre. Dedico di passare il pomeriggio a dare una mano al bar tra risate, amici e gente simpatica.
Quando inizia ad imbrunire mi accorgo del tempo che e' passato. Un pasto frugale (ma ottimo) a base di frise e pomodorini e mi butto a spulciare tra le distro e a pulire l'attrezzatura fotografica. Non vedo l'ora che i concerti abbiano inizio. Adoro le manifestazioni come il Rozz Fest perche' sono il mix perfetto tra DIY, hardcore, passione e amore. Insomma tutto quello che si puo' desiderare durante un Agosto torrido e senza pieta'.
Ad essere sincera io la scaletta dei gruppi non me la ricordo, ma in fin dei conti potete tranquillamente andarvela a vedere sull'evento che da qualche parte e' ancora presente sulla rete. Vi dico solo che gli Always Never Fun spaccano il culo e gli Strange Fear sono stati una mazzata sui denti come al solito. Una prima serata davvero di bei gruppi.
Sotto il tendono del beveraggio la musica non manca e al termine dei concerti ecco che arriva immancabile la selezione trash. Iniziano i ballamenti deliranti e la solita perdita di cognizione del tempo. Trovo qualche minuto per scambiare qualche parola con il caro Joel e mi intrattengo con i milanesi. Senza accorgemene e' gia' l'alba. All'orizzonte ci sono nuvole minacciose accompagnate dai tuoni. Dormire sara' difficile, io ho paura dei temporali.

[Sabato 10 Agosto] Poche ore dopo mi sveglio in un universo colmo di acqua piovana. La mia tenda e' stata totalmente vinta dalla pioggia, il materassino e' bagnato e ogni cosa puzza. Disperata e infreddolita mi dirigo al bar in quella che sembra una giornata autunnale. Sto qualche ora al bar a servire birre e colazioni, caffe' reali e caffe' borghetti. C'e' chi non ha dormito per niente ancora. Lele infatti arriva splendente nella sua camicia estiva chiedendosi se sia il caso di andare a fare un sonnellino. Forse e' il caso, un'altra serata piuttosto impegnativa e' in vista.
Trascorro il pomeriggio svaccata su un materassino collocato nell'area bar fino a quando mi ricordo di non avere una chitarra acustica per la mia esibizione in serata. Panico. Mi reco subito da Pietro degli Squieti per chiedere in prestito la sua, ma l'ha lasciata a casa. La chitarra di Luigi, invece, non e' elettrificata e andrebbe amplificata tramite microfono. Una volta rassegnata all'idea ho l'occasione di parlare con Gio', dei Waiting for Better Days, che avrebbe suonato in acustico appena dopo di me. Il caro Gio' mi fa la gentilezza di prestarmi la sua chitarra, salvandomi letteralmente il culo.
Da qui in poi io non ricordo nulla. Ho solamente pezzi sparsi della serata, della mia esibizione. Ricordo che a un certo punto e' apparso Patatho ed io sono corsa ad abbracciarlo, non potendo credere che fosse davvero li' con tutti Gli Ultimi. La sorpresa e' aumentata quando ho visto che c'era pure Luchetto, non avete idea di quanto potessi essere felice. Cosa ricordo oltre questo? Ah certo. Durante il concerto, o meglio definirlo esibizione di massima vergogna rompo una corda a Gio', ma io non curante continuo a suonare. Dopodiche' riesco a perdere il jack, l'accordatore avuto in prestito da Pat e il plettro donatomi da Danny. Credo di essermi accasciata a terra da qualche parte per qualche ora, cosi' qualcuno mi ha riferito.
So per certo che Guido degli Strange Fear mi ha trovato a vagare per gli uliveti con lo sguardo abbastanza perso e che la delegazione Emilia Romagna mi ha offerto un posto letto nella propria roulotte, dove la mattina mi sono svegliata. Apro gli occhi, abruzzesi, bolognesi, palermitani, romani tutti far bordello in quello spazio minuscolo. Io chiedo che ore siano e tutti si fanno una bella risata dicendomi che ho dormito tutta la notte, che mi sono persa LeTormenta e l'ultima serata del Rozz. Sono le 7 del mattino e io son disperata. Esco fuori, il sole sta splendendo e gli ultimi superstiti si aggirano tra la polvere. Non voglio crederci, e' uno scherzo. Non che non lo e', e' mattino, il giorno dopo il Rozz Fest. Vedo Luchetto che appoggiato al tavolo mi dice qualcosa, mi chiede dove fossi finita e io gli rispondo che vorrei saperlo anche io. Che amarezza. Cerco di riprendermi pensando che stasera andro' ai Mondiali Antirazzisti, che passero' una bella serata con i milanesi ed i bolognesi ma, manco a dirlo, un bicchiere di vino di troppo mi fa crollare addormentata. Insomma, nulla mi rimane se non godermi il viaggio di ritorno a casa in compagnia dei due Stefani, Luca e Lele.
Dopo l'ultima giornata di mare salentino torniamo a percorrere l'autostrada e a lasciarci le spalle la puglia.
Anche quest'anno ho il cuore in frantumi, ho pianto andando via dalla Masseria. Ho abbracciato forte tutti dicendo loro che ci saremmo rivisti presto. Mi manca la Masseria, mi manca la gente della Masseria, mi manca tutto. Per fortuna mi tengo stretto il ricordo di quei giorni e torno a riviverlo ogni giorno, soprattutto adesso che sono a Glasgow. Sara' poco, ma a me fa stare bene.
Per concludere vorrei ringraziare tutti e dico proprio tutti. Ogni anno l'esperienza del Rozz diventa piu' bella.
Ciao ciurma, alla prossima avventura. Io vi penso.
Nana