Bisogna prima di tutto far notare che, benche' il gruppo sia nuovo, la maggior parte dei componenti beneficia di una lunga conoscenza reciproca avendo suonato per ben 12 (dodici!) anni insieme nel precedente gruppo, non si tratta quindi di giovincelli di primo pelo e prime canzoni ma di gente abituata a calcare il palco ed a sfornare pezzi originali. La precisazione va fatta perche' e' ovviamente differente cio' che ci si puo' aspettare da persone che bazzicano musica da cosi' tanto tempo rispetto a dei debuttanti.
I L'Ondes si presentano come un gruppo che spazia dal punk allo ska, ma se state pensando che siano un gruppo ska-core vi sbagliate un pochino, infatti nella maggior parte delle composizioni non vi e' commistione fra i generi se si scludono piccole parentesi elettrificate nei pezzi ska.
Si parte con "Le parole per farla piangere", una canzone carina che parte con un ritmo sincopato e chitarra pulita su cui si affaccia una voce non particolarmente bella ma interessante, dopo quest'intro la canzone evolve in un punk melodico abbastanza inoffensivo condito da una batteria "ignorante" che si segnala per la parsimonia nei cambi di ritmo.
La seguente "Antimilitarista" e', a parer mio, la canzone migliore della demo. Il testo ha un tema che trova tutto il mio appoggio, ben esposto e con quel tocco sloganesco che puo' essere una lama a doppio taglio ma che in questo caso mi sembra azzeccato. A questo si aggiunge un supporto musicale allegro e ben riuscito, quasi esclusivamente ska, con melodie catchy (erano millenni che non sentivate questa parola, vero?) e l'alternanza di parti lente e veloci.
"Cade" non spicca particolarmente pur essendo una punk song discretamente veloce e ben eseguita, con l'interessante aggiunta di fiati a supporto, a questa canzone segue "All'ordine del giorno" la canzone, fra quelle proposte, che maggiormente si avvicina all'idea di ska-core anche se i ritmi non sono mai particolarmente elevati, tuttavia ha il pregio di restare abbastanza impressa nella mente.
"Coppa samurai" e' un'altra canzone che mi e' piaciuta abbastanza, e' la piu' veloce, abrasiva e breve dell'album e si segnala per un testo piuttosto nonsense oltre che per il cantato velocissimo tanto che a volte spariscono intere parole o vengono troncate. Le variazioni al suo interno sono piuttosto risicate e la batteria pestona contribuisce a dare uno stile minimale che mi ha coinvolto.
La prova si conclude con una cover, ma mica una cover qualsiasi, e' "Gli anni" degli 883 uno dei gruppi che piu' ho odiato in vita mia, non fosse altro per la solitudine musicale in cui a volte mi ha spinto. Insomma li ho sempre visti come dei grandi paraculi che fottevano milioni di decerebrati che finivano per accusarmi di ascoltare musica di merda e fracassona.
Tuttavia la versione ska di questo scherzo della natura partorito da Max Pezzali non e' male ed ammetto che l'ho trovata godibile.
Da segnalare che e' una registrazione live e si conclude con un accenno di "Un'estate italiana" del mefitico duo Nannini-Bennato.
Promossi? Al pelo, da persone con tanta esperienza mi aspetto qualcosa di piu'.
InYourHead

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