A seguito di un demo e di un Ep di cinque tracce targato 2012 (qui recensito) gli Upward sfornano oggi un disco di sette tracce, dai contorni piu' maturi rispetto ai precedenti lavori. Il genere e' sempre un punk hardcore vecchia scuola non molto veloce, ma soprattutto non troppo impegnativo. Difatti rispetto all'ultimo lavoro accorgimenti sostanziali ci sono stati: la voce e' meno urlata, pero' resta comunque importante e di forte impatto.
Stesso discorso vale per la velocita' d'esecusione dei brani, un poco piu' rallentata ma che regala una percussivita' piu' variopinta e ricca, con interessanti cambi di tempo di un punk d'altri tempi.
Ascoltando "Take It To The Rhythm" si denota il classico percuotere hardcore ed i mid-tempo ben fatti del gruppo. La sei corde suona bene grazie anche all'uso del palm muting che intensifica il basso della registrazione risulta un po' lo-fi.
"Dead In The Water" dura meno di un minuto, ma in questo minuto i cliche' del genere sono messi in mostra molto bene; questo pezzo fa intendere bene la voglia di spaccare del gruppo, il quale pero' non vuole aggiungere niente al genere, rimanendo dunque poco originale. Nonostante questo piccolo neo, il disco presentato alle stampe rimane maturo, d'impatto e ricco di vera attitudine hardcore.
Credo che le realta' come loro trovino buon riscontro nella scena per via della voglia di suonare un buon punk senza fronzoli, e con questo disco si sono ritagliati di certo un'altra fettina di ascolti tra il popolo hardcore. Scaricare per credere!
fabio HC
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