I componenti del gruppo non lesinano esperienze pregresse (e non) con varie formazioni dell'underground come Spacciatori Di Musica Stupefacente, Minoranza Di Uno, Kalashnikov, Ruggine e Anemic Cinema.
La produzione davvero degna di nota (Carlo Altobelli presso Toxic Basement Studio), conferisce ad i brani l'equilibrio giusto, tra nutrimento e gusto; anche se non si e' estimatori del genere (come appunto chi scrive...) non si puo' non apprezzare la buona e riuscita fattura di un lavoro (ogni riferimento e' puramente non casuale...).
Davvero azzeccata tra le altre cose, la scelta vocale; un cantato sincero e sempre a fuoco che ben si sposa con l'accompagnamento strumentale. La sensazione ascoltando a fondo il lavoro e' quella di un progetto fin troppo sicuro di se' e delle proprie capacita', a volte ricadendo nella ridondanza ciclica di un modus operandi che e' facilmente riconducile ai generi sopracitati, sarebbe senz'altro interessante ascoltare la band assumersi qualche rischio in piu' in fase compositiva; cosi' da riuscire a completare il processo di personalizzazione di una realta' musicale che sicuramente puo' distinguersi in positivo tra le tante. Attendiamo nuove, buone.
"...Soviet Order Zero prende spunto da un fatto storico: nel Marzo 1917, c'e' stato un controverso soviet order number one emanato dal Soviet dell'allora Petrograd a seguito della prima Rivoluzione di Febbraio. Da qui nasce la suggestione di un ipotetico ordine zero emanato da un Soviet che di fatto non puo' esistere. Nell'assenza del potere, un ordine zero richiama a un qualcosa di fortemente anarchico, libertario, qualcosa che nega ogni logica di potere, coercizione, sfruttamento. Un ordine zero che rinnega se stesso, la cui somma dei contenuti e' pari a zero..."
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