Composto da sei tracce, il lavoro rappresenta abbastanza canonicamente il genere proposto, snocciolando in tempo corto i brani ben urlati e graffiati in inglese (anche se un cantato in entrambe le lingue inglese/italiano...) e dai testi incentrati su quello che sembra essere il focus dell'intero progetto, tematiche etiche/introspettivo-sociali tanto care al crust/anarco punk per la gioia di noi tutti ascoltatori, finalmente ravvivando almeno ideologicamente l'autonomia e la libertà di pensiero dei seminali e mai dimenticati Crass.
Seppur in linea con i canoni sonoro/estetici del genere senza generi, il lavoro rende giustizia alla proposta ri-proposta della band (Riprese e mix: Piff / Frizzer Studio / Master: Daniel / Mal De Testa Records), che pur non brillando per originalita' e personalita' (complice il cantato in lingua inglese), riesce senz'altro ad incuriosire per la sincera spontaneita' e per l'energia profusa in tutti i brani che, fatta eccezione per qualche sporadico rallentamento, scorrono diritti e veloci sull'incrostato binario spinato.
Piu' che interessante, degno di nota, il testo che accompagna il lavoro sulla pagina bandcamp: "Malakia (μαλακία, "morbidezza", "debolezza") e' una parola che deriva dal greco antico, spesso tradotta come "effemminato".
"Effemminato" e' chiaramente un termine dispregiativo nei confronti degli uomini; un termine dispregiativo che parte dal presupposto di essere attribuito a comportamenti che solitamente ha una donna, per natura considerata fragile, insicura, debole, impulsiva, sottomessa, che se riferiti a un uomo assumono automaticamente caratteri di inferiorita'.
E' assurdo che ancora esista questa dicotomia uomo/donna, in cui ognuno deve stare nel suo, mai oltrepassare una determinata linea; che vi siano atteggiamenti propriamente maschili o femminili e che il sinonimo di femminile sia debolezza, una debolezza che e' automaticamente sottomissione, un essere "effemminato" che e' automaticamente un essere inferiore.
Vogliamo smontare il binarismo di genere, di conseguenza vogliamo un genere fluido, vogliamo riappropriarci dei nostri corpi e vogliamo riappropriarci di determinati termini che per anni non hanno fatto altro che farci sentire come scartate."

Complimenti, ed alla prossima!
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