Nel corso di tutto questo tempo arrivano due cd-capolavori (Balboa nel 2002 ed I Giorni Della Merla '05) che lasciano il segno grazie a quel suono hardcore vecchia maniera che contraddistingue il gruppo di Imperia unito a testi taglienti e diretti interpretati a dovere da Davide (nda. Auguri Babbo!!!).
E finalmente arriva il duemilaessei che ci porta in dono questo Stanze, breve brevissimo concept album che in nemmeno 10' stravolge l'ascoltatore con le cinque schegge hc dalle liriche quanto mai toccanti, introspettive e dirette.
Si parte con "Prevalenza di nero" introdotto da un pianoforte dalla forte carica suggestiva, un riff di chitarra e via alla poesia del pezzo, buone le ritmiche che alternano momenti piu' rabbiosi ed esplosivi ad altri in cui prevale la parte melodica. Iin questo contesto si inserisce perfettamente la voce che colpisce anche grazie a liriche di spessore: e' il miele amaro dell'incertezza che scava e fa sanguinare, ma cio' che ne esce e' dolce caldo sangue in tutta questa prevalenza di nero".
"Scatole" e' un pezzo che si mantiene calmo e ritmato, la velocita' rimane sempre costante senza mai crescere mettendo in risalto le liriche e gli ottimi giri del basso; l'esplosione di rabbia, che aleggiava costantemente nella traccia, avviene in "Icaro" rapidissima prova hc che oltre all'incalzante suono, in evidenza ancora una volta l'ottima tecnica del gruppo, ci piazza delle liriche letteralmente perfette che nel ritornello finale lascian senza fiato: "ali slegate ora hai, che buon vento ti accompagni".
Si prosegue nel capolavoro con "Tosca", un pezzo che scivola via lasciando pero' un segno indelebile, il suono si caretterizza dalla ritmica quasi costante e ipnotica della batteria in cui attorno si inerisce un lavoro incessabile della chitarra il tutto condito, a rischio di sembrar ripetitivo, da un testo carico di emotivita'.
Si chiude con "Stanze" forse il pezzo piu' bello del disco, anche se e' operazione davvero complessa estrapolare una traccia singola dal disco, visto l'invisibile filo che lega le cinque canzoni l'una all'altra; comunque sia questa e' una prova veloce e carica maggiormente di rabbia rispetto alle precedenti "stanze protette da chimere che si alternano indisturbate pronte a partire verso un altro posto l'orientamento vacilla su occhi sgranati", anche se non mancano nemmeno qui attimi piu' riflessivi "senti i miei occhi spenti guardo con mani tremanti mi cerco in un altro posto ancora".
Difficile aggiungere altro, se non rivolgere un plauso anche all'ottimo lavoro svolto per l'artwork del disco, semplice ma curato il tutto esclusivamente d.i.y.
In definitiva un disco da avere sia per chi ha amato i CGB dei precedenti lavori, sia per chi, fino ad ora, non ha avuto l'accortezza di seguire il gruppo di Imperia.
Joel

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CGB - Prevalenza Di Nero (Live at United Club, To, 03.02.07)
CGB - Scatole (Live at United Club, To, 03.02.07)

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