Classico punk hardcore italiano, cantato in italiano e non in giapponese, l'omonimo album di debutto e' composto da dieci brevi episodi (soltanto due dei quali superano i 60 secondi).
Immediato e d'uopo, il riferimento alla Golden Age ormai aged del classico punk hardcore all'italiana, il quale lascia il solco indelebilmente anche a parecchi anni di distanza (nessun nome, solo Emozioni), e riporta alla memoria il narrare furiosamente contrasti socio-politici ormai sopiti in un battito d'ali dalla nuova informatica schiavitu' volontaria.
A livello sonoro, avrei curato di piu' la produzione dei brani, che potrebbero essere tranquillamente scambiati con quelli contenuti in una qualsiasi demo anni '80 su cassetta, un po' di energia sonora in piu', avrebbe contribuito a fornire un risultato quanto meno personale e riconoscibile; sebbene i Defezione si presentino senza infamia e senza lode all'appuntamento con il proprio primo full-lenght. Di sicuro hanno appieno (anche troppo) assorbito il retaggio che ormai identifica il sound prodotto, sarebbe interessante coniugare tutto cio' ad una interpretazione piu' vicina al vivere odierno senza cosi' risultare un'operazione dal colore tipicamente revival. Rimando al dubbio in fondo all'articolo, sperando in un feedback da Vs. parte.
- Cito testualmente:
"I commenti non rendono giustizia a questo genere musicale che a suo tempo voleva esprimere il disagio di vivere in un societa' sempre piu' patriarcalizzata e dedita al consumo sfrenato, schiavi dello stato e delle sue leggi "ad personam"...Bellissimo ricordo dei miei 14 anni...grazie per averlo caricato."
- Oppure:
"Devastante, vero manifesto dell'hardcore italiano degli '80. A Milano, Virus e Leoncavallo, tempi di liberta' e critica al sistema, a ragion veduta...molto ben riposta. Fanculo."
- Ancora:
"Il punk lo amavo da ragazzino quando avevo 14, 16 e 17 anni ma adesso che lo vedo e lo riascolto con una maturita' nettamente maggiore non fa altro che fortificare questo amore e mi fa rimpiangere di quando ero un ragazzino, qualcosa di sublime! La musica piu' vera e senza alcun filtro! Una gran Gruppo per una scena che al momento nel mondo musicale manca veramente tanto!"
- Concludendo:
"Non me ne frega un cazzo delle lotte, di Philopat che sabotava il live dei Bauhaus in nome di puerili puttanate e poi andava a Londra a comprare gli abitini punk di moda, a me interessa la musica e qui e' grande musica. Il chitarrista e' un genio"
Queste sono solo alcune delle sfaccettature della moltitudine di commenti che potrete trovare in rete cercando su iutubo uno dei "capisaldi" dell'epoca. Non ho altro da dire, se non chiedermi, in primis: - "Ha senso ancora produrre musica nel 2019?"
Ma mi chiedero' e Vi chiedero' di piu': - "Ha senso produrla ispirandosi chiaramente ad un periodo storico di circa 35/40 anni fa senza nulla aggiungere e nulla togliere a quanto gia' detto?"
Forse stiamo pisciando in una pozzanghera senza rendercene conto?
Ai poster l'ardua sentenza.
.F.U.C.K. .F.A.K.E.
:V:

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