Ed eccoci qua.
Dopo quasi due anni in sordina, e con meno concerti di quanto avremmo voluto, torniamo con un nuovo disco.
E lo facciamo uscendo con un album di 13 pezzi, come si faceva un po' negli anni '90.
Oggi, anno 2020, dove contano le views su youtube o chi fa il video piu' figo; dove si "esce fuori" con un pezzo alla volta; dove le strofe devono essere poche e le robe da leggere pure. Oggi, 13 pezzi, rischiando di apparire anacronistici e obsoleti, di essere ascoltati a pezzi, di essere fatti a pezzi.
E' stata una faticaccia e ci son voluti quasi due anni, ma in questi 35 minuti si condensano tante idee e tante storie. Un fil rouge a 13 tappe, che unisce racconti intensi e vissuti, dentro e fuori.
Saturi di briciole a puntate con videoclip in 4k e di foto insta "troppo fiche", abbiamo provato a dare una narrazione un po' alla vecchia maniera, un po' a modo nostro.
Perche' un disco e' come se respirasse e allo stesso tempo e' come se ti portasse a fondo di te, in profondita', facendoti trattenere il respiro; lontano dalla folla, dal rumore sordo che c'e' fuori.
Ci fa piacere pensare che qualcuno ancora, solo o in compagnia, si sieda, ascolti musiche e testi... che per la baldoria c'e' sempre il live!
E certo, fallo girare, se ti va, che piu' i live son pieni di gente piu' la fotta impazza.
Siamo nel 2020, la realta' puo' spaventare forse tanto quanto il conteggio delle visualizzazioni: non dimentichiamo che il punk e' musica per corpi e cuori, piu' che per tastiere e schermi.
Come iniziare a scrivere sui comaschi Zona D'Ombra se non usando le loro parole, sincere e dirette quanto genuine e veritiere, un pensiero condivisibile che lascia spazio alla riflessione. Il miglior modo per introdurre Tensioni E Distanze, la loro nuova fatica che dopo un promo e due album (Guerra All'Apatia, Unica Dimensione Di Vuoto) arricchisce la discografia della band.
Le novita' sono tangibili gia' partire dalla line-up con nuova linfa data dalla voce del subentrante Kanz, affiancato da Teone-chitarra, Pide-basso e Pelle-batteria. Seppur mantenendo le caratteristiche sonore, con radici che affondano nell'old school, il cantanto ed il songwriting aggiungono immediatezza. In tutto l'album, cosi' come nella grafica, la componente introspettiva appare minore per fornirci uno spaccato piu' simile ad una istantanea, una fotografia, un frame di esperienze. Non piu' un semplice sfogo, ma una rabbia che urla voglia di ribellione e cambiamento.
Tutto questo in 13 brani dispensati nella mezz'ora abbondante di Tensioni E Distanze, con la produzione impeccabile affidata ad Alessandro Gavazzi di Hell Smell Studio di Roma.
Le sonorita' si fanno sprezzanti gia' col pezzo in apertura, "Nel Fango", un turbinio hardcore dettato dal marchio di fabbrica della tiratissima batteria di Pelle, capace di alternare saggiamente parti tupa tupa a brevi momenti lenti e riflessivi. La voce chiara e decisa si adegua esprimendo rabbia, ma non disdegna parti poetiche con tematiche attuali riguardanti i migranti.
La migrazione, nell'accezione piu' ampia del termine intesa come fuga, e' un tema ricorrente espresso con sonorita' punk hardcore, ma dalla profondita' toccante.
Analizzare le tracce singolarmente rischia di fare a pezzi l'album che, pur non essendo un concept monotematico, e' unito da un invisibile filo conduttore di storie ed esperienze apparentemente personali, in realta' pregne di un vissuto collettivo.
I testi vanno letti e assorbiti, ma questo non implica una mancanza di immediatezza, tutt'altro: per cogliere ogni aspetto della storia raccontata e' necessario viverli a pieno. Ne sono esempi lampanti passaggi come "son racconti di // tensioni e di distanze // in un mare che e' terra di nessuno // son sogni che hanno un costo // in membra stanche // fuggite a Nettuno" ("Naufragi Del Mondo") oppure "e poi il punk mi ha reso migliore // la critica e la rabbia // dell'hardcore // quando suoni e parole servono per capirci // quando i microfoni a piu' mani servono per unirci" ("Da Angoli Bui") e ancora "hai corso incontro al sole in mezzo a teste piegate // e ora hai le ali bruciate // vedo te che guardi la' fuori o fissi il nulla dal tuo letto // fumi una sigaretta // come riempisse il buco che hai nel petto" ("Ali Bruciate").
Se il comparto musicale fatto da chitarra chirurgica e sezione ritmica precisa e compatta, sonorita' fuoriose e al contempo capaci di virare su momenti piu' riflessivi sono il timbro sonoro a cui gli Zona D'Ombra ci hanno abituato, stavolta c'e' quel qualcosa in piu' dettato da una passione insita che i componenti sembrano vivere come propria.
Poco da aggiungere su Tensioni E Distanze, e se il disco appare anacronistico ben vengano certe forme di anacronismo nel 2020. Unico consiglio ascoltatelo, acquistatelo, scaricatelo, condividetelo, ma soprattutto fatelo veramente vostro!
STAY GRINTA
Joel
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