Il terzetto di Arcore con questi sette pezzi conferma quanto di buono c'era nel precedente lavoro mostrando una maggiore personalita' ed un suono ancora piu' tirato.
Dopo un assestamento di formazione con l'abbandono del batterista Simone e il seguente spostamento di Lorenzo dalla chitarra nell posto rimasto vacante, l'arrivo di Daniele (chitarra ex Mach5) e la conferma di Alessandro al basso, la band trova in tutti e tre i membri gli interpreti delle liriche.
E' proprio questa una delle caratteristiche principali del gruppo l'alternarsi in maniera naturale delle voci, ognuna con la sua particolare caratterstica.
Il suono del gruppo e' contraddistinto da un veloce e rabbioso hc, liriche in italiano perlopiu' aggressive tranne nel pezzo "Mi piace solo bere" dal suono piu' punkrock (nda. un po' come "Sabato sera" nel precedente lavoro).
I Kappa Kappa Kappa si affidano al solito intro simpsoniano per poi inserire una sfuriate hardcore, ecco il primo pezzo "Ci fate sempre piu' schifo" chitarra velocissima seguita ad altrettanto alto ritmo dal suono della batteria, urlato stridulo accompagnato da una voce piu' corposa e da adeguati cori, non potevan aprire meglio il disco.
Il brevissimo "Fiato sul collo" e' un pezzo piu' rabbioso e potente, a tratti un po' confuso ma che raggiunge livelli accettabili.
"Non siete nessuno" inizialmente mette fuori strada con un suono piu' ritmato che magicamente si trasforma in una sfuriata di rabbia, toccando velocita' vertiginose orchestrate con maestria dalla batteria mentre la chitarra che si lascia trasportare dal virtuosismo in splendidi assoli, coinvolgenti anche le liriche che ne fanno uno strepitoso pezzo.
Piu' ritmana stavolta lo e' davvero "Lavorare", minore velocita' ma aumenta drasticamente l'aggressivita' del gruppo e stavolta quel che spicca e' una splendida sezione ritmica.
Ed eccocci al pezzo piu' rockeggiante, farcito da coretti UoUoUoUo-Uooo di adolescenziale memoria, "Mi piace solo bere" si allontana dalle sonorita' fin qui proposte ma non per questo ribalta il giudizio finale, pezzo scanzonato e testo un po' cazzone che tutto sommato non dispiace mai.
Si torna su ritmi serrati con le ultime due fatiche dei Kappa Kappa Kappa, "Ho perso il controllo" e' un pezzo incazzatissimo e cupo che accellera, rallenta e riparte in maniera convincente come l'alternarsi delle voci che colpiscono per la naturalezza con cui si ritagliano il proprio spazio; la chiusura dell'album e' affidata a "Cane sciolto" traccia breve ma intensissima che a tratti presenta un suono schizzato ed incontrollabile.
Questo Ti Regalo Il Mio Odio Migliore e' un'ottima conferma per i Kappa Kappa Kappa un album nel suo insieme ben fatto arricchito da una buona registrazione ed una copertina che rende bene l'idea di con chi abbiamo a che fare.
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Joel

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