Sin dal primo giro di basso, i primi riff di chitarra e quant'altro appartenente all'incipit di questo "No Lesson Learned" si potra' avere la netta impressione di avere a che fare con una vecchia band statunitense, forse semplicemente meno conosciuta rispetto ai grandi nomi, perche' no.
Quando, poi, la voce fa la sua prima comparsa, ci si avvicina ancora di piu' a questa prima ipotesi, addirittura si potrebbe iniziare a darla per buona.
Ovviamente si cadrebbe in un madornale errore poiche' si tratta, in questo caso, di una semplicissima band brianzola, per di piu' anche parecchio giovane, ma che di "semplice" non ha poi molto; dalle soluzioni strumentali, agli accostamenti tra i vari strumenti, fino all'ottima prova vocale di voce, cori e raddoppi e alla complessita' di alcuni soli di chitarra ricamati su una gia' intricata base strumentale di basso e batteria: il tutto si presenta ben studiato, ardito, ragionato.
Loro sono i Seditius che, proponendo un ricco punk hardcore colmo di infiltrazioni di tanti altri e vari generi, sfociando spesso in un colorito e sano rock'n'roll, offrono all'ascoltatore 13 tracce originali ma allo stesso tempo ampiamente retro', aggressive e isteriche prima e spensierate e scanzonate poi; aprendo uno scenario vastissimo, composito, eterogeneo.
"Progress Freaks vs Flying Rats", brano d'apertura, e' la perfetta sintesi delle maggiori e miglior qualita' di rilievo che la band mostra in questo lavoro: iniziale ed intenso giro di basso, rapide sequenze di batteria ed incursioni della chitarra sola che, poi, accompagnano assieme l'urlato del cantante grave, rauco e pesante.
Sulla falsa riga di questo brano si pongono i restanti, se non che alcuni di loro si dispongono su linee completamente diverse, fatte piu' di urla in un caso e piu' di cori e doppie voci nell'altro, meno velocita' e piu' ritmo o il completo opposto, un quantitativo minore di rabbia, cruda e veloce, a favore di ritmi incalzanti, semplici ed incisivi; ritmi collerici, poi ripetuti ed ossessivi, poi ancora armonici.
Il prodotto e', quindi, di un eccletticismo da non sottovalutare, che si estende ad ogni aspetto della sonorita' dell'album fino al carattere della band stessa.
"Pleased To Meet You" si presenta come uno degli episodi piu' riusciti per quel che riguarda la rapidita' e precisione dell'esecuzione, la rovinosita' della sezione ritmica, i continui stop'n'go, il cantato disperato ed urlato-semi-skizzofrenico egregiamente appoggiato dal coro e seguito a ruota da una chitarra sola stridente al massimo e una batteria non da meno, travolgente ed impetuosa.
Ed e' questo il pezzo che, per capirci, rispecchia maggiormente l'anima puramente hardcore della band, insieme ad altri brani come "Not Enough", "An Eye For An Eye", "The Belpaese", "On the loose".
Al contrario episodi come "Quite Bad Reputation", "Can't Wait", "When You Gotta Ride", "Head On Crash" e su tutte "Every Body Need A Conso Boy" si differenziano per le prerogative tendenti ad un energico e frizzante punk'n'roll, messo su come dio comanda.
E' molto interessante notare come, nonostante i caratteri contrapposti di questi brani, possono essere sintetizzati, piu' o meno, negli stessi punti predominanti della sezione ritmica: basso-protagonista preponderante od ottimo appoggio sfuggente per la voce ed il resto degli strumenti, rapidissimi assoli, cori e seconde voci che rafforzano l'urlato o il semplice cantato rauco della prima voce e quant'altro.
Per finire questo "No Lesson Learned", per essere il primo album di una band con pochissima esperienza alle spalle, e' davvero eccellente, risultando in alcuni punti quasi sorprendente.
Massimo respect a loro, in quanto a voi scaricateli e godeteveli.
Hyena01

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