Se potesse rifare in versione musicata un grande classico, quale fareste? Come? E perche'?
Riuscireste a metter su qualcosa di decente, tenendo fede al testo, che non sia una gran cazzatella banale e scontata?
Lo so, detto cosi' sembra impossibile ed impensabile (anzi, in realta', a molti di voi non fotterebbe un cazzo rifare la versione riveduta e corretta di un classico), eppure loro, i Whoregrinders, c'hanno provato e ne sono usciti a testa alta.
Ma procediamo con ordine... (questa era solo un'introduzione un po' piu' figa per attirare l'attenzione).
Siccome col grindcore non ci sono mai andata a nozze (non che non lo gradisca, ma non e' mai stato il mio genere preferito), quando m'han dato st'album devo ammettere che non ho proprio fatto i salti di gioia asd.
Invece, appena ho cliccato su "play" ed e' partito, ho avuto una piacevole sorpresa.
Certo, DEMOniaca (Inferno), come nome di battesimo per un album grindcore, mi sembrava una cagata scontata; beh, non potevo immaginare che questo nome fosse strettamente legato alla "struttura", se cosi' vogliamo chiamarla, del lavoro, e soprattutto non avrei mai pensato che per "Inferno" si intendesse quello dantesco.
Mi spiego meglio: come nel noto capolavoro dello scrittore fiorentino quest'ultimo intraprende un viaggio negli inferi ed incontra tutti i generi di peccatori intenti a scontare la loro pena per l'eternita', allo stesso modo questi spostati dei Whoregrinders ci danno una loro personale versione dell'inferno.
Cosi', a parte gli "ignavi", che sono gli unici dannati che condividono con il Dante, i Whoregrinders ci presentano quelli che per loro sono o dovrebbero essere gli attuali dannati, quelli che purtroppo non infestano l'inferno ma ci troviamo davanti al cazzo tutti i giorni, che sono anche peggio dei dannati descritti dal poeta a suo tempo.
Il loro intento e', quindi, intraprendere "un viaggio musicale attraverso tutto il marciume che impesta la terra e l'umanita'"; un lavoro arduo, folle, da malati mentali, ma oserei dire anche fottutamente geniale ed assolutamente originale.
Scendendo nel dettaglio l'album e' strutturato in questa maniera: c'e' un "ingresso" (intro) ed un "uscita" (outro) e nel mezzo ogni brano presenta la categoria di dannati.
Il viaggio inizia con un coro sacrale dai toni epici ed anche un tantino inquietanti, prontamente riadattato con un paio di riff di chitarra sulla stessa tonalita' solenne.
Su queste note parte la lettura dell'iscrizione posta sulla porta dell'Inferno, che afferma l'eternita' del luogo connotato dalla disperazione: "Per me si va ne la citta' dolente, per me si va ne l'etterno dolore, per me si va tra la perduta gente. Giustizia mosse il mio alto fattore: fecemi la divina podestate, la somma sapienza e 'l primo amore. Dinanzi a me non fuor cose create se non etterne, e io etterno duro. Lasciate ogne speranza, voi ch'intrate".
PEM! Spero che non vi siate gia' addormentati.
Nel momento dell'ascolto, ahime', il risveglio sara' brusco ed infelice: a far da sveglia ci pensera' il primo pezzo "Ignavi" dedicato all'omonima categoria di dannati: il tutto e' giostrato tra urla infernali, growl e una registrazione posta nel mezzo del brano che enuncia le caratteristiche salienti degli ignavi, "coloro che durante la loro vita non agirono mai ne' nel bene ne' nel male, senza mai osare avere una idea propria, ma limitandosi ad adeguarsi sempre".
Poi i toni della registrazione si fanno piu' aspri e concitati, allo stesso modo appena finita la registrazione riparte la base strumentale ancora piu' cruda ed agghiacciante di quella precedente.
Seguendo fedelmente l'intreccio della Divina, appena si chiude questo primo brano parte prontamente "Caronte", che altro non e' che un piccolo stacchetto in cui si ode il rumore dell'acqua e le parole di Caronte, il nocchiero traghettatore di anime, direttamente estrapolate dal canto III dell'Inferno ("Guai a voi, anime prave! Non isperate mai veder lo cielo: i' vegno per menarvi a l'altra riva ne le tenebre etterne, in caldo e 'n gelo").
E via con la carrellata di dannati scelti dalla band: primi della lista sono "Tossici e Spacciatori di Droga", episodio che trova l'incipit in una registrazione (che a me suona molto familiare) di un tamarriello napoletano intervistato probabilmente a Secondigliano (noto quartiere della periferia nord di Napoli) che parla delle Vele, forse la piu' grande piazza di spaccio al mondo.
Non potevano trovare cosa piu' azzeccata di questa asd.
Ecco di un brano con un tema del genere, ad esempio, mi sarebbe piaciuto capirne le liriche, ma da buona canzone grind non si capisce una fava di quello che si dice, e vabbe'.
I prossimi sfortunati protagonisti dell'album sono i "Lussuriosi", preceduti da una tizia che dice di non comprendere chi vende il proprio corpo ecc.ecc. con risatine in sottofondo, brano che si caratterizza nei riff semi ossessivi prima e rapidi e sfuggenti poi, brevissimo e da incubi notturni come quelli che l'hanno preceduto.
Procedendo quest'excursus negli inferi troviamo "Benpensanti e Bigotti" dal ritmo travolgente ed incalzante, segue a ruota "Precettori Ipocriti", con sonorita' e tono di voce piu' propriamente hardcore, coronata dalla registrazione di una prof. dalla voce odiosa che parla dell'importanza della cultura e cazzi vari, suscitando la pronta risposta del cantante: "Cerchi di insegnare qualcosa con questo sorriso falso e odioso, merda colata cerchi di trasmettere a chi e' troppo debole per capire".
Si torna in viaggio con l'incontro dell'immancabile trinita' fascisti-polizia-politica.
E infatti partono a raffica prima "Fascisti", poi "Poliziotti" ed infine "Politici"; le prime due piu' dirette e veloci, la terza lenta e ragionata.
La conclusione dell'album e' preceduta da "Nembrat", un insieme insensato di urla demoniache e suoni frenetici, che porta a "Traditori", i "piu' vili dei peccatori", ed infine "Lucifero", personificato dal clero.
"L'Uscita", simile all'ingresso per i toni lugubri, fa spazio a "Il Mio Inferno", cover degli Skruigners.
Sinceramente credo che se Dante Alighieri fosse vissuto ai giorni nostri all'Inferno avrebbe collocato proprio gli stessi peccatori citati dai Whoregrinders, del resto chi non lo farebbe!
Tirando le somme il prodotto non e' malaccio, anzi tutt'altro.
Macabro e assurdo quanto basta, anche con il poco della botta culturale che ogni tanto non guasta.
E' da ascoltare, veramente interessante.
Hyena01.

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