Mentre le citta' e i palazzi si preparavano alle blasonate festivita' dove tutto si veste di luci e profumi, nello sfarzo delle luminarie della vigilia di Natale, all'ombra dell'opulenza natalizia, il panorama della cultura italiana underground si e' spezzato dall'incombenza di una notizia tanto feroce quanto amara. Sferzante come le linee di basso con cui ci ha cullati, nella placenta di liquido amniotico che dentro la musica dei Negazione ha trovato la propria dimensione attitudinale ed emotiva. Dopo quattro anni e mezzo di apnea, tra attese e speranze, Marco Mathieu se ne e' andato, in punta di piedi, lasciando tutti senza respiro.
Pacato, in silenzio, come solo i Grandi Uomini sanno fare. La notizia inizialmente e' trapelata attraverso varie fonti sui social, poi si e' fatta materia, gelando il cuore e accelerando i battiti, qualche lacrima e' scesa ed hanno iniziato a parlare i ricordi che ognuno di noi ha sulla sua figura.
Bassista dei Negazione ma non solo, la figura di Marco e' multiforme, scrittore (sulle testate Repubblica e autore di sei libri), viaggiatore e sceneggiatore di film (Prigionieri - 2008, Socrates - 2014).