In realta' bisogna mettere in chiaro che non esiste un vero e proprio corpus codificato e condiviso dal punto di vista teorico, e che quindi e' molto piu' facile definirla per contrasto con le altre ideologie politiche o considerarla di volta in volta sotto un punto di vista eminentemente storico. L'anarchismo e' complesso, proteiforme, in alcuni casi contraddittorio, e ha diverse anime, ma sono ugualmente individuabili dogmi e principi che rispetta e tutela in modo assoluto. E' essenziale chiarire questo punto, perche' al contrario del pregiudizio diffuso, l'anarchismo non lascia nulla al caso ma si adopera attraverso i suoi principi nella costruzione di una societa' nuova ed etica, retta da valori libertari ed egualitari, e basata, questo e' importante, sull'autodeterminazione e sull'autogestione dei singoli. Per questo motivo l'anarchia non ha niente a che fare con il caos ma e' anzi la sua antitesi, un metodo preciso e rigoroso. La "A" inscritta nella "O" - il simbolo dell'anarchia - puo' essere considerata come un'ulteriore conferma di questa astrazione di fondo. Deriva infatti da una frase, pronunciata dal politico francese Pierre-Joseph Proudhon, (il primo ad autodichiararsi anarchico) che gia' nella prima meta' del Diciannovesimo secolo, nell'opera Che cos'e' la proprieta'? (in originale What is Property? An Inquiry into the Principle of Right and of Government), affermava: "L'anarchie c'est l'ordre sans le pouvoir", ovvero "L'anarchia e' ordine senza potere". Il senso dell'anarchia e' quello di ritrovare l'ordine normale delle cose e della vita che si e' perduto, o meglio, che e' stato stravolto, nel tempo a causa dei soprusi e dell'oppressione dei piu' forti sui piu' deboli. Il suo fine e' la produzione di un cambiamento sociale attraverso pratiche che rendano il mondo piu' giusto e armonico, senza che vi siano un alto e un basso, un ricco e un povero, un dominante e un dominato.

Per quel che concerne l'organizzazione sociale, l'anarchia prevede che individui e collettivita' scelgano di relazionarsi tra loro in modo non gerarchico e non-autoritario, combattendo le gerarchie verticali di sfruttamento, nelle quali Proudhon individua l'origine dei mali, delle guerre, e delle sofferenze e delle morti ingiustificate, e alle quali oppone un modello societario armonico e orizzontale. Per l'anarchia lo stato e' un'aberrazione in quanto non ha nulla di "sociale" perche' mira a preservare solo se stesso utilizzando i suoi cittadini in funzione del proprio mantenimento. A differenza di altre forme di organizzazione sociale, quella anarchica ha uno spettro valoriale molto ampio, e prende in oggetto non solo la gestione economica e politica della societa' ma l'intera vita umana e gli individui, dei quali esalta la singolarita' e le peculiarita'. In effetti, quando si parla di egualitarismo anarchico non bisogna confonderlo con l'egualitarismo cosi' come lo abbiamo conosciuto attraverso la predicazione marxista, in cui l'uguaglianza e' appiattimento e rende impossibile distinguere il singolo dalla massa. Possiamo considerare l'egualitarismo anarchico come una sorta di uguaglianza dei diversi che mira ad esaltare la diversita' e la specificita' di ciascuno. Altri capisaldi del pensiero anarchico sono la liberta' dallo sfruttamento, il rifiuto dello stato e delle frontiere ("Senza frontiere non ci sono stranieri", e' un altro slogan anarchico) e del potere in ogni sua forma istituzionale e in ogni sua struttura repressiva.

Una prima definizione in chiave politica del termine anarchia la si deve al filosofo inglese William Godwin (padre di Mary Shelley) che la espone nella sua opera Giustizia politica (Enquiry Concerning Political Justice), in cui contrappone i due modelli della societa' naturale e dello stato. Il primo movimento anarchico della storia, invece, e' quasi coevo, dal momento che risale al 1792 con i cosiddetti Enrages ("gli arrabbiati"), nel corso della Rivoluzione Francese. Si trattava di un gruppo di rivoluzionari radicali e intellettuali popolari della classe dei piccoli proprietari terrieri che sostenevano l'uguaglianza civile, politica e sociale, richiedendo la tassazione delle materie prime, la requisizione degli approvvigionamenti di grano e le tasse per i ricchi. Inoltre il loro scopo era quello di sostenere una seconda rivoluzione a carattere sociale e per questa loro attitudine anti governativa e anti autoritaria si guadagnarono l'appellativo di anarchici.

Tra il 1890 e il 1894 un gruppo di anarchici e socialisti, perlopiu' italiani, partirono alla volta del Brasile dove fondarono una comune nel tentativo di dare vita a una convivenza che si reggesse secondo i principi del comunismo anarchico. Colonia Cecilia arrivo' ad accogliere fino a duecentocinquanta persone e, a differenza di quello che si penserebbe oggi, non era un coacervo di disordine e trasgressione tout-court, ma un luogo in cui venivano praticati la parita' di genere, l'abolizione della proprieta' privata e il libero amore. Costituita da poche case di legno, magazzini, stalle, e un refettorio comune, si reggeva unicamente sull'autoproduzione. I suoi abitanti coltivavano la terra, oppure erano impiegati nella fabbrica di calzature o nella falegnameria che avevano fondato. La comune aveva anche una scuola, ovviamente ispirata ai precetti della pedagogia libertaria. Purtroppo, le cose cominciarono a precipitare per via dei rapporti della comunita' con gli immigrati polacchi cattolici, per un'epidemia che uccise anche dei bambini e per via della miseria e della poverta' materiale. Sicuramente non aiuto' anche la fuga del tesoriere con la cassa della comunita'.

In Italia, a diffondere l'anarchismo, che inizialmente prese piede soprattutto tra gli ex garibaldini e gli ex mazziniani, sono stati principalmente Errico Malatesta e Carlo Pisacane. Il primo fu protagonista di diverse insurrezioni, a partire dai moti beneventani del 1877. Piu' volte incarcerato per associazione sovversiva, trascorse gran parte della sua vita in carcere o in esilio. Il secondo sostenne la priorita' della questione sociale su quella politica. In realta', esistono diversi tipi di anarchismo: da quello individualista di Max Stirner a quello sociale cui fanno capo, oltre al gia' citato Proudhon, Michail Bakunin e Petr Kropotkin. Sono stati definiti anarchici anche gli scrittori Lev Tolstoj e Henry David Thoreau, quest'ultimo considerato il padre della disobbedienza civile.

Esistono poi gli anarco-sindacalisti, che fanno capo a quel filone che nell'arco della sua storia ha dato origine alle sfumature piu' diverse e che si e' battuto affinche' fossero i lavoratori a gestire le strutture politiche, economiche e sociali in modo egualitario e non-gerarchico. Un esempio applicato di come il metodo organizzativo sostenuto dalla teoria anarchica possa essere non solo realizzabile ma anche produrre qualcosa di veramente vicino alla giustizia sociale e' quello che e' accaduto 25 anni fa nello Stato messicano del Chiapas, quando L'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale fece irruzione nel panorama nazionale e internazionale occupando alcuni comuni. Era l'inizio della rivoluzione zapatista che vide questi ultimi ribellarsi a un Paese in cui i popoli indigeni non avevano nessuna voce in capitolo nelle scelte che riguardavano le loro terre, le loro vite e il loro futuro. Dopo piu' di dieci giorni di combattimenti il governo ordino' un cessate il fuoco e fu proprio in quel momento che avvenne la svolta. L'esercito zapatista si trasformo' in un movimento politico, inevitabilmente dotato di una struttura gerarchica, ma attivo ancora oggi nello spingere indigeni e contadini a sollevarsi contro il governo centrale, a fondare villaggi che si reggono su processi decisionali collettivi e orizzontali in cui si applicano principi non capitalistici e in cui ogni ogni aspetto della vita civile e' gestito da giunte civili rinnovate costantemente.

Quello che e' a tutti gli effetti tra gli esperimenti piu' longevi di autogestione collettiva, oltre che un laboratorio rivoluzionario a cielo aperto, continua a espandere ancora oggi le comunita' autonome, restando una pietra miliare di gestione anarchica che promuove la democrazia, l'uguaglianza e la responsabilizzazione dei singoli individui. L'Ezln, infatti, non ha mai combattuto per guadagnare l'indipendenza, ma per riappropriarsi di un territorio e avere riconosciuti i diritti civili, sociali e di autodeterminazione delle popolazioni indigene che vi abitano. D'altronde l'anarchismo, a differenza di tutte le altre ideologie, non vuole conquistare il potere, ma eliminarlo. Sbriciolarlo e ridistribuirlo tra le persone. Anche l'esperienza curda interrotta lo scorso 9 Ottobre dell'esercito turco nella Siria del Nord puo' essere considerato un altro esempio di sperimentazione sociale e politica di stampo anarchico. Il Rojava ha promosso e portato avanti una rivoluzione politica e sociale complessa e resa ancora piu' difficile dal momento di assedio e di guerra. Inizialmente la sfida anarchica nel Rojava e' cominciata come rivolta contro il regime di Assad, ma la guerra civile si e' poi estesa con l'intervento di potenze regionali e internazionali. I cantoni curdi in territorio siriano hanno cominciato ad adoperarsi per il confederalismo democratico, una nuova forma di governo libertaria, orizzontale, antiautoritaria, laica, femminista e anche ecologista. Per cinque anni i curdi hanno portato avanti una delle piu' moderne rivoluzioni contro il capitalismo attraverso la lotta popolare e quella delle donne contro il patriarcato.

L'anarchia dunque non e' soltanto l'antitesi del caos e della mancanza di regole ma meriterebbe di essere conosciuta meglio e di avere piu' spazio. Il modo piu' semplice per definirla e' probabilmente quello di dottrina della liberta', un modello societario che propugna la rivoluzione nella misura in cui abbatte il potere costituito per garantire e tutelare i diritti di ogni individuo. E' un pensiero legato a doppio filo all'azione. E' concretezza radicata, nella nostra storia e nel mondo, un modo di essere e di vivere che capovolge quanto e' stabilito e lo trasforma. A prescindere da come alcuni di questi esperimenti sono andati a finire, o di cio' che saranno quelli che stanno nascendo adesso, segnano una tappa fondamentale verso l'emancipazione di intere collettivita'.
Federica Passarella

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Fonte: E Se Smettessimo Di Confondere Il Caos Con L'Anarchia? (di The Vision)
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