Zuffe che gli costarono le attenzioni del nascente regime e che lo costrinsero a due fughe in Francia. La seconda, nel Settembre del '25, dopo il ferimento a pistolettate di un fascista.
Insomma la rivoltella, cosi' come le bombe a mano, non erano estranee a Lucetti, visto anche il suo passato nell'esercito. Per questo decise di utilizzarle per infliggere al fascismo un colpo che sarebbe risultato mortale. Uccidere Mussolini, questa divenne negli anni dell'esilio la missione che Gino si ripromise di portare a termine.
Rientro' in Italia nel Settembre del '26 col preciso scopo di attentare alla vita del duce.
L'11 Settembre attese lungo il percorso che il capo del governo era solito fare per recarsi a Palazzo Chigi, e lo scorse che viaggiava come previsto sulla sua Lancia Lambda coupe' de ville. L'anarchico non esito' un attimo a lanciare una bomba a mano contro la vettura. Il destino volle che l'ordigno invece di entrare nell'abitacolo rimbalzasse sul bordo superiore del finestrino posteriore destro cosi' da finire sugli ignari passanti che si trovavano nella piazza dell'attentato, ovvero quella di Porta Pia a Roma.
Otto feriti e il duce illeso.
Lucetti avrebbe probabilmente assalito a colpi di rivoltella l'auto se non fosse stato fermato prima da un civile e poi dalle forze di polizia. Lo disarmarono e ovviamente lo arrestarono.
Gino venne condannato a trent'anni di carcere, mentre la polizia fascista utilizzo' l'attentato come pretesto per dare il via a varie rappresaglie contro gli antifascisti, in particolare verso gli anarchici carraresi.
Lucetti rimase in galera fino all'8 Settembre del '43. Ucciso poco dopo da un bombardamento tedesco sull'isola di Ischia, divenne uno dei simboli della Resistenza.
A lui fu intitolato il battaglione partigiano che combatte' nei pressi di Carrara.
Ancora oggi la storiografia dibatte sull'organizzazione dell'attentato a Mussolini operato da Lucetti: gesto isolato di un individualista o piano organizzato da piu' menti?
Comunque sia andata, Lucetti lancio' quella bomba. Il duce disse che si era accorto dell'attentato e che se la bomba fosse penetrata nella vettura lui l'avrebbe rispedita al mittente. Come in altre occasioni fu piuttosto generoso nel parlare delle proprie capacita'.
In realta' fu solo il destino a salvargli la pelle.

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Fonte: Bomba A Mano E Rivoltella: Gino Lucetti, L'Anarchico A Cui Solo Il Destino Impedi' Di Uccidere Mussolini (di Cannibali E Re)
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